martedì 27 maggio 2008

Scampia educational

Ricordo alcune giornate, ai tempi delle superiori, riservate dal programma scolastico al cinema d'impegno. Buona parte dell'istituto veniva accompagnata nei pressi di una sala dove si proiettava una pellicola di certa finalità eruditiva, precedentemente selezionata con criteri ragionati e scrupolosi, all'insegna del buon messaggio educativo. In un'occasione il prof. di educazione fisica ci impose la visione de "Il Migliore", con Robert Redford, facendolo precedere dall'esposizione di un suo personale lavoro di critica incentrato sui diversi livelli di lettura di tale "opera". L'anno succesivo toccò al colossal "L'ultimo Imperatore" di B. Bertolucci, naturalmente in versione integrale. Non sono riuscito a vederlo per intero nemmeno anni dopo, quando il mio gusto cinematografico aveva già tentato di emanciparsi dalla mediocrità adolescenziale. Finalmente il turno di "Mary per Sempre" di Marco Risi, forse il più adatto al contesto studentesco e alle problematiche realtà del mio caotico istituto tecnico.
Magari d'ora in poi, in molte delle scuole simili a quella che frequentai io, nelle mattinate del cinema d'impegno si guarderà "Gomorra" di Matteo Garrone.
Un film, così come un libro, anche quando non cambia la vita, può avere l' inaspettata forza di cambiare qualcosa anche di piccolo, forse solo un'idea o un preconcetto. Per dirlo alla Moretti: non c'entra però c'entra.
Evito quasi sempre di andare al cinema per vedere film tratti da libri. Il confronto tra l'impatto emozionale, proiettato, della storia e le immagini mentali che le pagine mi avevano impresso, trasforma il piacere unico della visione in continuo disagio. Il "Gomorra" film è però solo "ispirato" all'omonimo libro denuncia (fortunato e coraggioso) di Roberto Saviano e, grazie alla forza della rabbiosa verità, lascia un segno che credo rimarrà nel tempo. Non c'entra, però c'entra.

venerdì 23 maggio 2008

The Year of Living Dangerously

Diciamo che questo è un periodo in cui sono piuttosto impegnato. In realtà sono sempre impegnato, o meglio, faccio sempre di tutto per esserlo e se mi trovo di fronte alla sensazione di non avere nulla da fare, vengo assalito da un leggero stato di angoscia. Ne devo subito uscire scegliendo di esplorare una delle infinite possibilità umane, la cui stessa non numerabilità è di nuovo fonte di angoscia, ...the more I see, the less I know..
La sindrome è più o meno questa: se devo passare un qualsiasi lasso di tempo in una sala d'attesa, il libro da terminare o l'articolo che dovevo assolutamente leggere deve essere con me. Se sosto in auto per accompagnare o aspettare qualcuno, riesco magari a mandare due o tre email, i contatti e le relazioni con il mondo sono tutto! Se sto cucinando o sto viaggiando in treno, è il momento giusto per ascoltare in cuffia la mia odierna lezione di inglese. Questo mio grande limite dà altra miccia all'angoscia delle mancate possibilità umane... Evito di proseguire, e ne avrei di materiale per farlo, perchè almeno al compatimento un limite ci dev'essere.
Per chi come me non eccellerà mai in nessun campo specifico, non esiste più alta ed ammirabile giustificazione: nello scibile ci sono troppe attività da sperimentare, percorsi da conoscere, sensazioni da assaporare, per concentrarsi unicamente su poche e confinate realtà.

venerdì 16 maggio 2008

Un anno vissuto pericolosamente

Reportage giornalistico. Mi piacerebbe saper dare questo taglio alle piccole e pur semplici istantanee che mi diverto a descrivere.

Ho appena terminato "In Viaggio con Erodoto" (2004 - Feltrinelli), ed è il secondo libro che leggo di Ryszard Kapuscinsky, ne avevo già parlato tempo fa. Ormai questo giornalista, da pochi anni appartenente al mondo dei più, ha assunto il ruolo che avevano i miei eroi immaginari da bambino, quelli nei quali mi impersonificavo per cercare di eguagliarne ridicolmente le presunte gesta. Qui ci narra delle sue prime esperienze da inviato per l'agenzia di stampa polacca. Prima in India, poi in Cina, ancora in Africa. Poca disponibilità di denaro da spendere, rischi notevoli, tanta passione. Parallelamente le realtà locali, le tensioni storico politiche, i piccoli aneddoti di persone e storie incontrate. Romanzo autobiografico affascinante come sempre.

Giocare al giornalista può essere persino gratificante grazie ad un blog. Mi capita di leggere molti diari in rete che, pur avendo poche pretese, finiscono per stimolare l'opinione di molti. Altri sono talmente piacevoli e divertenti da essere posti sullo stesso piano di blasonati prodotti di stampa. Sono tra quelli che pensano che per raccontare non si debba essere iscritti ad alcun albo professionale.

lunedì 12 maggio 2008

La settima arte 2 (scusate l'invettiva)

Buone notizie, a parer mio, per i gestori delle sale cinematografiche della città di Alessandria.

Il nuovo multisala Uci Cinemas ha la stessa atmosfera accogliente di un hard discount. Spazio fast food di vendita coca cola, panino e patatine fritte, attraente come un distributore di metano. Il bar del cinema ha lo stesso stile di un banco macelleria ed ha però lo stesso assortimento di uno sportello dell'erario. Pare che il suo motto sia: "siete venuti qui per vedere un film o cos'altro ?!?".
Ottimo l'abbinamento cinema- sala giochi, è infatti sempre bene controbilanciare una possibile contaminazione di nuove idee che un film può arrecare e poi, che cosa c'entra il cinema con la cultura? Ci sono anche le infernali macchine video-rubasoldi-poker, bene, bene, appunto per attrarre la parte di pubblico della corrente Bingo.
Il prezzo del biglietto, ma attenzione solo quello intero, sette euro e venti centesimi, è coerente col resto e, appunto, proprio dare il resto è più semplice, ci sono sempre nelle tasche quelle fastidiose monete di nessun valore intrinseco. Interessante pure il supplemento da pagare, un altro misero euro, per le poltrone centrali "vip". Sono d'accordo con questa politica che è poi mutuata dall'ecologia: differenziare! Spero che prima o poi, e i tempi sono maturi, ci si decida a discutere seriamente sulla reintroduzione della 3a classe sui treni.
Uno solo, debbo dire, il punto a sfavore: le ampie poltrone delle sala sono a rischio colpo di sonno ma, poichè la programmazione di sabato scorso non era delle più entusiasmanti, prendo tempo, consentitemi, per un'analisi più approfondita.

sabato 10 maggio 2008

ciak alla StrAlessandria 2008

Ore 20.00 e sono pronto a partecipare all'odierna corsa cittadina. Esco di casa e raggiungo a piedi il buon Davide nei pressi della partenza. Tantissima gente, si è parlato di 5300 iscrizioni, bellissima serata.
Poichè i miei risultati atletici non sono dei più esaltanti (6 km in 34'), cerco ogni volta di dare un senso diverso, magari artistico, alla partecipazione.
Stavolta ho preteso velleità registiche girando e montando questo semplice video. Non troppo creativo in realtà, perchè l'idea l'ho copiata dallo storico videoclip di "Dedicato a te" delle Vibrazioni, di qualche anno fà, ripreso anche dagli Elio e le storie tese, con il lunghissimo piano sequenza nel mio caso realizzato in soggettiva.


venerdì 9 maggio 2008

Elogio della ferrovia

Il mito dell'Orient Express, fino al 1977 da Parigi a Istanbul, la sterminata ferrovia Transiberiana, con le sue quasi 100 fermate e i suoi sette fusi orari, la First Transcontinental Railroad, quella di "Quel treno per Yuma", lo Shinkasen giapponese, il treno proiettile. Ieri ho deciso di trascorrere un'oretta alla stazione di Alessandria, pranzare all'interno del Mc Donalds, controllare lo stato dei lavori di ammodernamento, osservare le facce e perdermi nelle storie di tutti quelli di passaggio. Metafora della vita? Le mille storie che immagino indagando movenze, indizi d''abbigliamento, pezzi di telefonate, valige stanche e occhi carichi. Anche il mio distacco dalla famiglia, a 18 anni, è iniziato con un viaggio in treno.

Luoghi, letture, incontri, meditazione, conversazioni, riposo e sogni, niente come un viaggio in treno racchiude elementi di un fascino nostalgico e al tempo stesso di uno sviluppo sostenibile. Mi è venuta voglia di organizzarlo e presto lo farò.

Leggo che nel paese del più accellerato sviluppo economico, l'India, la cui capillare ferrovia costruita sotto la dominazione inglese è tutt'ora la più grande rete del mondo, la società Indian Hotels vuole realizzare centri commerciali in ogni stazione.
Per me il viaggio in treno, avvincente come un giallo di Agatha Christie, assomiglia molto all'idea di futuro.

Magari è meglio dirlo con cautela a un pendolare dei nostri, a cui forse ricorda più odisseici ritardi o vagoni lerci e pulciosi..

lunedì 5 maggio 2008

Ancora una corsa, non solo.

Ieri pomeriggio io e il buon Davide, ancora una volta in veste di podisti, abbiamo partecipato alla corsa "Argini in Festa", ad Alessandria, organizzata dall'Associazione STELLA BIANCA LAURA GARAVELLI a scopo interamente benefico. Un evento messo in piedi tra mille difficoltà burocratiche eppure riuscitissimo, dove si è respirata aria di amicizia, non quella dei luoghi comuni, ma quella dell'impegno completamente disinteressato per portare a termine la costruzione di un ambulatorio medico nel villaggio di Ayuub, a Merca, in Somalia.
Il paese, come a molti è noto, è da anni dilaniato da una infernale guerra civile, la speranza di vita è tra le più basse del mondo, si calcola sia tra i 5 paesi meno sviluppati del pianeta. Nell'indifferenza di molti alla immensa catastrofe umana, non assumono un incredibile valore le spontanee anche se più piccole iniziative di aiuto?

Scopro che Laura Garavelli era un'insegnante alessandrina che ha dedicato parte della vita all'impegno per la Somalia. Poichè la sua figura e la sua storia hanno ispirato l'associazione, credo meritino di essere fatte conoscere meglio. Suggerisco a coloro che hanno voglia di raccontarla, di farlo sull'enciclopedia libera della rete: wikipedia. Non esiste miglior modo per metterla a disposizione di tutti.
Ciao e grazie all'Associazione Stella Bianca Laura Garavelli. Non credo sia ancora presente in rete con un sito, solo con un indirizzo e-mail, questo: associazionestellabianca@gmail.com

sabato 3 maggio 2008

StraAcqui, tarallucci e vino

Non completamente impeccabile l'organizzazione della StraAcqui 2008.
Era la prima volta che partecipavo ma un percorso che prevede nella prima parte della corsa una pendenza proibitiva, come quella di ieri sera, è più da tappa ciclistica che da corsa podistica.
Magro il ristoro, assenza di gadget di gara, quasi assenti gli stand di settore.
Eppure la competizione in notturna ha sempre il suo fascino e ancora una volta è stato bello correre, stancarsi e ritrovarsi all'arrivo con lo sguardo for ever young.


giovedì 1 maggio 2008

La settima arte 1


Il prossimo 9 maggio inaugurazione del nuovo mega multisala UCI CINEMAS di Alessandria, mastodontico tempio di periferia per l'intrattenimento di tutta la famiglia.

L'evento non può che incuriosirmi, anche se dalla visione del sito internet non ho intravisto quel valore aggiunto di servizi che mi sarei aspettato dalla struttura di moderna concezione. Penso ad aree multimediali, connessione wi fi, servizi ad alto contenuto tecnologico. Ma staremo a vedere.

D'altra parte il cinema è progresso per definizione.

Certo la parte romantica di me non è immune da un tutt'altro che trascurabile senso di tristezza, pensando al destino delle sale cinematografiche cittadine, quelle degli arredi antiquati, delle poltrone scomode, del proiettore rumoroso, dove però la visione del film è, oltre che cultura, parte di un rito più lungo, quello del vivere la città in diversi suoi momenti e aspetti.

Spero che i gestori delle sale cinematograche alessandrine lottino per tener testa alla belva dalle sette sale. Le esperienze di altre città raccontano di trasformazione fisica dei locali, di realizzazione di micro sale da numero esiguo di posti a sedere, la proiezione di film minori, quelli che sfuggono sempre alla programmazione di massa, la creazione di rassegne a tema.

Se questo mutamento si dovesse veramente realizzare, questo sì che sarebbe un valore aggiunto per tutti!

Per i più scettici un utile esercizio di suggestione. Provare a pensare a come poteva andar peggio: una nuova sala Bingo...

La settima arte



Ho scoperto il cinema a 5 anni circa guardando "Il Mago di Oz", quello del 1939 con Judy Garland. Credo di aver trascorso gran parte dell'infanzia a registrare febbrilmente film trasmessi dalla tv su VHS per riguardarli nelle ore pomeridiane. Si trattava per la maggiore di bianchi e nero di cui ho pochi ricordi completi ma che certamente sono stati incamerati da qualche parte del mio incontrollabile.
Saper recitare è una dote innata. La si può affinare, ritengo, nelle scuole teatrali, artistiche, ma è decisamente innata. L'esecuzione di una finzione incredibilmente credibile, o più semplicemente la recitazione di Harvey Keitel in "Smoke". Ecco, per me questo significa recitare.