lunedì 30 marzo 2009

Piacevolmente insensibile



Dicono che se durante il running si è in grado a discorrere senza troppo affanno, l'allenamento è da ritenersi eseguito in modo corretto. E' un metodo di valutazione che mettiamo sempre in atto, con soddisfazione debbo dire. Spesso mi diverto a sottoporre al mio compagno di corse i maldestri episodi di vita, le esagerate esternazioni sentimentali o i piccoli aneddoti di comportamenti un po' ridicoli, di persone da noi conosciute. Dopo il mio racconto, volutamente architettato a dovere, so già che giungerà impietoso e sferzante, il commento che annichilisce e sigilla senza ulteriore appello l'ignara entità della miseria umana.
Esercitarsi al cinismo è lavoro fine, applicazione di intelligenza e intima necessità di sopravvivere alle infinite mediocrità sulle quali crediamo di galleggiare ogni giorno.
Forse patetico, ma terribilmente divertente!

mercoledì 18 marzo 2009

Una corsa ci salverà

Solo chi non è a conoscenza del macigno che da tre settimane ci è crollato addosso sul lavoro mi chiede ancora il perchè non abbia più aggiornato questo spazio. Oggi ho deciso di ritornare alla vita. Per poco, ma di ritornare alla vita. Sono arrivato a casa presto, quasi furtivamente. Mi sono cambiato, sono passato a prendere il buon Davide e soprattutto ho spento il cellulare per quasi due ore.
Qualche giorno fa Mari mi ha detto che non le è sembrato molto normale che alle tre di notte, mentre naturalmente si dormiva profondamente, io abbia risposto ad una telefonata non facendo nemmeno terminare il primo squillo. (Esiste, ci avrete fatto caso, un impercettibile ma lungo moto preparatorio che precede il primo squillo, una sorta di fenomenologia dove le radiazioni e le cariche elettromagnetiche precedono l'arrivo della chiamata. Ebbene, questa fase, che nei progetti degli ingegneri della comunicazione mobile sarebbe dovuta restare sommersa, come invisibile per l'utente finale, diventa in realtà, a causa della convivenza forzata con l'apparecchio, empatica alla nostra sensibilità, in irreversibile contatto, quasi inspiegabile, con i nostri terminali nervosi). Dicevo appunto, che dopo aver risposto con voce quantomai pronta, fornivo tre o quattro dati con piglio di certezza, salutavo e senza alcuna esternazione ricadevo sul cuscino. Naturalmente ho subito confermato l'episodio, liquidandolo alla maniera di chi si sente di rispondere per senso del dovere ma anche scocciato del fatto che sia accaduto. Tutto questo in maniera che non vi fossero in lei dubbi sul fatto che io ricordassi perfettamente l'episodio, che in quel momento fossi proprio io, intendo io lucidamente conscio, ad aver risposto e detto delle cose probabilmente sensate, a quell'interlocutore che richiedeva la mia attenzione a quell'ora insolita.
Ecco, oggi ho pensato che una corsa mi avrebbe fatto bene.