sabato 30 agosto 2008

Yes we can

Perchè ci appassiona la corsa? Escludiamo subito, e una volta per tutte, la storia del benessere e della forma fisica. Non eccedere a tavola e fare un po' di moto sarebbe molto meno impegnativo e più che sufficiente allo scopo. Personalmente dopo ogni allenamento sento il fisico a pezzi per un bel po' di giorni e soprattutto sono invaso da atavici appetiti .
Alcune immagini, tuttavia, mi sembra aiutino a far chiarezza sulla questione. Il trovarsi a discutere di nuove e improbabili tecniche di allenamento, o a parlare di abbigliamento sportivo sciorinando la conoscenza di nuovi e segreti materiali tecnici, l'essere sorpresi mentre si ammirano tutte le scarpette da running riposte, anzi esposte, in perfetto allineamento pur se dentro al ripostiglio di casa, i riti che precedono l'uscita di casa per andare a partecipare ad un ritrovo o ad una gara, o quelli prima della partenza, i commenti del termine, le teorie sui tempi, sul riscaldamento e sul defaticamento, sulla respirazione e sul recupero, tutto quanto, e molto altro, ci fa sentire inseriti nel grande circuito dello Sport (quello dalla "S" grande) con la stessa identica legittimazione di quelli che lo fanno per davvero.
Le immagini sotto, così come alcuni dei pensieri sopra, sono liberamente tratti dalla nostra 5 km di ieri sera, manifestazione sportiva "Francesca nel cuore", ad Alessandria. Alla prossima!

"I magnifici quattro alla partenza"


"Davide detto il tenace"





"I quattro dopo l'arrivo in posa da citazione olimpica"

giovedì 28 agosto 2008

I quaranta passi

Vicino casa nostra c'è la sede di una comunità di Mormoni che ha sempre suscitato in noi più curiosità che diffidenza. Dopo il rientro dagli USA, un pomeriggio, sotto casa, abbiamo attaccato discorso con i due ragazzini in camicia bianca e cravatta che tutti i giorni vagano col sorriso sulle labbra per le vie della città. La faccia tosta di Mari, in casi come questi, è sempre infallibile. Abbiamo scoperto tante cose, la prima è che quel sorriso che appare così sincero, lo è veramente. La comunità offre la possibilità a tutti i giovani come loro di trascorrere due anni della loro vita in un paese estero, aiutando associazioni benefiche e partecipando alla vita religiosa dei mormoni del luogo. Passano buona parte delle giornate parlando con la gente senza imporre alcuna idea, solo presentando la loro disarmante e paziente cordialità. Wilson e Ramson hanno appena 20 anni, il primo viene da Las Vegas e l'altro da un piccolo gelido paese del North Dakota. Tengono anche corsi di inglese e ieri sera abbiamo partecipato al nostro primo. Fare conversation in american english appena dietro casa è per me uno spasso, non mi sembra quasi vero. Durante la lezione chiediamo notizie sulla loro vita religiosa ma ci rispondono che ai corsi di inglese non si fa "predication". Replichiamo che la nostra è solo curiosità antropologica, tipica degli agnostici, convinti, quali siamo noi. Le loro regole sono anche le loro certezze (saranno americani per nulla?) ma la nostra affabilità, quella che ci ha resi famosi nel mondo, non è da meno. Vince la loro gentilezza, decisamente sorprendente.

lunedì 18 agosto 2008

Abisso digitale 1

Abbiamo riservato la giornata di ieri per fare la cosa che più ci piace e ci riesce: girare. Da Gavi a Voltaggio, una piccola festa paesana a Bosio, poi la natura e un pò di storia della resistenza alle Capanne di Marcarolo. Poi da Campo Ligure verso Ovada. A Silvano d'Orba, seduti davanti alla pesa pubblica vedo quattro adolescenti armati di pc portatile. Mi fermo e non resisto ad attaccare discorso. Sono turisti tedeschi, mi pareva strano, e stanno sfruttando uno sconosciuto hot spot. Chiedo loro il permesso di fare qualche foto, dico che è per il mio blog e che da noi il concetto di diffusione della rete è un po' diverso. Loro sorridono e noi proseguiamo. È ora di cena e c'è una bella sagra a Castelferro, è di strada. Bella questa domenica e bella l'Italia dei paesi.

sabato 16 agosto 2008

Abisso digitale

Mi ero ripromesso di non esternare più paragoni tratti dal recente mito americano, ma tenerli per me e farne tesoro. Sarà che il trascorrere questo agosto in città mi fa arrabbiato e critico col mondo come certi vecchi incattiviti. Lo spunto me lo ha dato il racconto di viaggio di un conoscente, nella vicina Lettonia. Secondo la sua sintesi geopolitica, tra qualche decennio la loro società e la loro economia sorpasseranno decisamente la nostra. Il segnale? La rete internet è pubblica ed accessibile, in qualunque luogo, a tutti. Il tutti ricomprende i più, quelli che vivono non senza qualche difficoltà economica. Eppure hanno qualcosa che assomiglia per importanza all'acquedotto pubblico, potabile e gratis. Esagero? Non è poi cosi rilevante il fatto che nel mio recente viaggio anche nei più sperduti motel e nei più isolati caffè ero in grado di comunicare al mondo dei miei amici immagini e pensieri. Lo è di più che la diffusione della rete digitale in paesi come l'India permette ai giovani le cui famiglie vivono in baracche, di essere tra i primi produttori di software o lavorare per multinazionali americane rimanendo nei loro villaggi natii. Ma il nostro decisamente "è" un paese per vecchi.
Pochi giorni fa la stampa locale annunciava che la rinnovata stazione ferroviaria era stata anche (addirittura) dotata di una rete wi fi, gratuita ma in prova, solo fino a settembre. Chiaramente sono passato a provarla, non funzionava. Siamo veramente così indietro? Vicino casa mia hanno aperto un bar molto carino, accogliente e molto curato nello stile. La sua modernità si ferma però agli arredi e ai complementi. Mi vedevo già a sorseggiare un cappuccino, collegato in rete a controllare come va il mondo. Che sofferenza vederlo correre senza mai trovare l'attimo giusto per salirci sopra.

sabato 9 agosto 2008

Run Forrest run

Ci sono cose che capitano e cose che si progettano. Le prime, il più delle volte incontrollabili, possono essere piacevoli o spiacevoli, tragedie o colpi di fortuna. Quelle che progettiamo, siano essi piccoli o grandi obiettivi, possono essere raggiunti o solo inseguiti, abbandonati o mancati di poco. Comunque ci fanno protagonisti di un quotidiano decisamente meno vuoto.

Non intendo includere nella categoria i sogni, quelli impalpabili, vaporosi e poco concreti per definizione. Parlo di idee che da subito si concretizzano in cambiamenti di vita, lievi o più drastici non conta, scegliere di avere un progetto è già la cosa più coraggiosa e difficile.
Nell'ultimo viaggio ne abbiamo maturato uno importante, consistente ma ancora troppo acerbo per essere condiviso, c'è tempo.

Parlando di cose più futili invece, l'obiettivo di partecipare col buon Davide alla nostra prima Half Maraton il 9 novembre, ha stravolto il programma di allenamento e soprattutto ha dato una linfa ed un'energia nuova alle corse mattutine ultimamente diventate un po' affannate. La preparazione è ora scandita da un rigorosissimo calendario che, oltre a farci apprezzare l'importanza di avere un metodo, ha segnato il passaggio dallo svago alla dedizione ...è già un po' che non è più solo un gioco....

domenica 3 agosto 2008

Semel in anno

Ogni anno l'appuntamento al Festival Latinoamericano di Assago ci ricorda quanto è poco allegro il nostro fatuo e consumistico benessere. Ai loro occhi siamo un popolo troppo triste, proprio noi che ci crediamo il paese più solare, della vita più dolce. La nostra illusione ci fa credere ancora che solo noi sappiamo come divertirci. E proprio per noi, quelli per i quali è impossibile tirare avanti senza progetti, risparmi, certezze sul futuro, almeno una volta all'anno, è lecito essere spensierati.

L'amico Ennio (alias Duilio) sabato sera si è ricongiunto con una sua vita parallela dalla quale si era sdoppiato in una sliding doors di chissà quanti anni fa. Morale: per quanti sforzi si facciano per migliorare, cambiare, intraprendendo le strade più diverse, la vita le riconduce tutte su un'unica grande highway, già tracciata per ognuno da tempo immeromorabile.