Arles (FR), 21 aprile 2010.
Nel museo che omaggia l'artista sono esposte alcune sue lettere ed altri manoscritti. Sono certo che lo studio del tratto non può che associarlo ad una personalità fuori dal comune, ma per questo devo rimandare il lavoro al mio amico con la passione (ed il talento ritengo) per la grafologia, al quale invio queste foto come affettuosa cartolina ricordo del viaggio in Provenza.
lunedì 26 aprile 2010
Vincent e Vito
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La pizzà
Piuttosto stanchi dalla visita dell'ennesimo borgo incantato di provenza (quello di Lournarin ci ha lasciato più di altri a bocca aperta) lasciamo le strade indicate sulle guide per inoltrarci a caso nelle campagne vestite della stagione migliore. Forse ci si distrae troppo nella contemplazione e si finisce in un villaggio che pare disabitato. L'unica forma di vita è il furgone della pizza con originale forno a legna, una vera istituzione da queste parti. Pur sapendo di non trarne beneficio, vinti dalla fame e dall'ora tarda, decidiamo di comunicare con la coppia a bordo (il marito stende e inforna mentre la moglie fascisce generosamente i farinosi dischi di pasta. "..nous sommes italiens, la pizzà est une istituzion.. mais nous avons terminé le derrat.. dans le camper.." La cottura è impeccabile ma l'abbondare di quel formaggio giallo (è qui il primo errore, non si può rinnegare la mozzarella perché non è abbastanza transalpina) crea uno strato gommoso e dolciastro che non rende onore al pomodoro sottostante (secondo errore, anche un bambino sa che non puoi aprire un cartone di tomato e rovesciarlo sulla pasta così com'è). L'accozzaglia di spezie che fascisce il risultato crea la sfumatura di gusto che mancava (e tre: il basilico! solo quello ci puoi mettere, in mancanza meglio niente). La serata termina con un finale degno del più abile diplomatico: "au revoir, merci beaucoup, tres gentil.. Pardon? Ah, la pizzà? ... perfect, anzì, trois fois perfect, maintenant je vous di le trois qualité, celon moi.. Liberte, egualité e fraternité, vive la France!".
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Borghi di Provenza
Le strette vie tinte da colori caldi disegnano dolci sinuosità tra le case apparentemente vuote. Il silenzio fa parte di quella ricerca di eleganza a cui tutto è rapportato, ogni oggetto appeso al muro, ogni accostamento di colore, ogni lampada ogni soprammobile appoggiato, in modo apparentemente casuale, all'esibito davanzale. Sbirciamo dai vetri per scoprire che l'estetica da rivista d'arredamento è riservata pure all'ambito privato. L'ultima via che esce dall'abitato ci accompagna ai piedi dello chateau, il castello di epoca medievale risistemato a festa per la domenica di visite. L'insolito rumoreggiare ci incuriosisce e ci spinge ad entrare..
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Traditions
La lavanda è la pianta simbolo di questa regione e la famiglia Lincelé le ha dedicato un bel museo, imperdibile tappa del viaggio in provenza, per difendere la tradizione dell'estrazione della sua essenza, svelare gli aspetti meno noti del suo ciclo di lavorazione, mostrare le sue proprietà naturali.
Il suo profumo ci accompagna per il resto del viaggio.
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Marché du Provence
La giornata dei mercati francesi. Ad Orange, oggi come ogni giovedì, le vie sono invase da una folla educata. Banchi arabi, profumi e stoffe della zona, paella cotta al momento. Tutti acquistano come se fino alla settimana successiva i commerci fossero banditi, ma a mezzogiorno esatto il baraccare cessa d'improvviso. La gente si dilegua in modo sfumato, i venditori scompongono il puzzle multicolore con movimenti rapidi, metodoci, certamente collaudati e divenuti scienza con gli anni. Dopo poco più di un ora i meccanizzati municipali spruzzano acqua a pressione, spazzano meticolosamente ogni angolo fino al marciapiede e rifiniscono a vapore gli interstizi del pavé. Come la quinta meccanizzata del teatro cambia la scena rimandandoci ad un diverso momento spazio temporale, Orange riemerge dietro il mercato, lavata e lucidata, pronta a mostrare la propria nudità per la seconda parte della giornata.
Il più imponente teatro romano che abbia mai visto, prima celato dietro le molteplici tende a braccia estensibili, ci sovrasta ora carismatico e spande su di noi la sua ombra umida e porosa.
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Biscuits
All'interno delle mura medievali di Aigues Mortes c'è un'altro luogo di artisti, pittori, poeti, fotografi d'essai, seduti ai tavolini dei caffè con le enormi vetrate incorniciate a ferro. Lo storico negozio di biscotti, la Cure Gourmande è un'opera d'arte deliziosa ed elegante. Si entra contemplando la cura dell'esposizione ed i colorati disegni delle scatole in latta. Gli affabili e tentatori inservienti offrono di continuo dolcezze ammalianti ed è impossibile uscire da questo imperdibile luogo senza aver lasciato alle casse il pegno di una meritata ammirazione. L'ultimo cioccolatino che la ragazza dal nasino all'insù invita a prendere, è il saluto che la casa dei balocchi fa al visitatore prima che lasci i profumi di fanciullesca memoria e rientri, carico e sommesso, nel mondo dei grandi.
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Vincent e Arles
Arles (FR), 21 aprile 2010.
La casa gialla dove il grande pittore viveva la sua stanzetta da letto, lasciata al mondo su una tela divenuta capolavoro, è stata da tempo abbattuta ed ha fatto posto ad un hotel che per caso porta il suo nome. Chissà se senza Arles, ed i suoi scorci fonte di creazione, Van Gogh avrebbe avuto la stessa notorietà? Chissà se senza la decisione dell'artista di stabiliscisi, Arles sarebbe diventata altrettanto conosciuta? Sotto un sole
pieno e rigenerante, nei pressi della grande arena romana, riflettiamo svogliati su queste inutili ipotesi storiche.
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lunedì 19 aprile 2010
C'est Camargue
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domenica 18 aprile 2010
Aix an Provence
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domenica 11 aprile 2010
Vivicittà 2010
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