lunedì 26 aprile 2010

La pizzà

Pourrieres (FR), 25 aprile 2010.
Piuttosto stanchi dalla visita dell'ennesimo borgo incantato di provenza (quello di Lournarin ci ha lasciato più di altri a bocca aperta) lasciamo le strade indicate sulle guide per inoltrarci a caso nelle campagne vestite della stagione migliore. Forse ci si distrae troppo nella contemplazione e si finisce in un villaggio che pare disabitato. L'unica forma di vita è il furgone della pizza con originale forno a legna, una vera istituzione da queste parti. Pur sapendo di non trarne beneficio, vinti dalla fame e dall'ora tarda, decidiamo di comunicare con la coppia a bordo (il marito stende e inforna mentre la moglie fascisce generosamente i farinosi dischi di pasta. "..nous sommes italiens, la pizzà est une istituzion.. mais nous avons terminé le derrat.. dans le camper.." La cottura è impeccabile ma l'abbondare di quel formaggio giallo (è qui il primo errore, non si può rinnegare la mozzarella perché non è abbastanza transalpina) crea uno strato gommoso e dolciastro che non rende onore al pomodoro sottostante (secondo errore, anche un bambino sa che non puoi aprire un cartone di tomato e rovesciarlo sulla pasta così com'è). L'accozzaglia di spezie che fascisce il risultato crea la sfumatura di gusto che mancava (e tre: il basilico! solo quello ci puoi mettere, in mancanza meglio niente). La serata termina con un finale degno del più abile diplomatico: "au revoir, merci beaucoup, tres gentil.. Pardon? Ah, la pizzà? ... perfect, anzì, trois fois perfect, maintenant je vous di le trois qualité, celon moi.. Liberte, egualité e fraternité, vive la France!".

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