giovedì 25 dicembre 2008

Natale in Sardegna

Questi giorni di festa raccontati con alcune immagini scattate qua e là.

Sotto l'albero addobbato della città di Nuoro è apparsa una lettera a Babbo Natale insieme a dei didascalici pacchi regalo. Le richieste riguardano questioni concrete della realtà locale e l'utilizzo dell'ironia compie bene il suo dovere.





Una passeggiata sulle spiagge, deserte e magiche di questi tempi, per scoprire che con le recenti piogge che ne hanno modificato le linee, il mare si è ripreso alcuni suoi antichi spazi.




La vista dall'alto mi fa venire in mente un presepe di cartapesta e muschio. Le stradine finte, i fiumi con l'acqua vera, gruppetti di casupole e un po' di farina, a rappresentare la neve, spruzzata casualmente sull'opera.

mercoledì 24 dicembre 2008

Racconto di Natale 2

Qualche amico riunito per il brindisi di auguri. Con una improbabie scusa uno del gruppo si assenta. Pochi minuti dopo suonano alla porta e compare un sovraeccitato Babbo Natale, vestito di tutto punto, non proprio in abito di gala, più una divisa versione inaugurazione discount. Ma Santa Klauss è comunque Santa Klauss. I bambini hanno facce terrorizzate, comprensibile visto che l'apparizione è in effetti inusuale e a tratti inquietante. I grandi invece sono spaesati, nessuno se lo aspettava. Molti non lo vedevano da anni, qualcuno aveva perso le speranze di rincontrarlo, qualcun'altro iniziava a dubitare della sua effettiva esistenza, sulla via della disillusione, incattivito dalla frenesia del quotidiano, con poca voglia di credere ad altre favole, in aggiunta a quelle con le quali viene imbottito tutto l'anno.
Gli alti concetti che si ascoltano tutti i giorni sono costruzioni di parole vuote e stantie. Meglio esprimersi per assurdità, comunicare con metafore e dialogare per nonsense. Di questi ultimi siamo degli autentici specialisti.


lunedì 22 dicembre 2008

Il racconto di Natale

Complicare situazioni pianificate e alla fine divertirsi comunque, questa la sintesi di una bella domenica in clima natalizio. Nasce orientata a vivere la città, scegliamo Torino, con sottofondo sonoro su variazioni merry christmas. Si parte in treno, si farà il tour del centro, i portici, Piazza San Carlo, Via Roma, Piazza Castello, Via Garibaldi, il mercato permanente di Corso Valdocco, sempre pieno di inusuali merci in stock, magari un giro al nuovo Museo d'Arte Orientale, è lì vicino. Dimenticavo, il consueto passaggio al negozio di anticaglie dietro Piazza Statuto, ormai è una tappa fissa. L'ho scoperto per caso anni fa attirato da un cartello scritto a pennarello “si valutano mobiglie”. Nessun'altra indicazione. Una rientranza del palazzo, cancelletto in ferro bloccato in apertura, una scala stretta e poco invitante che conduce, piuttosto male, ad un seminterrato al livello del regno dei ratti. Lì il mondo del tempo perduto, dove è facile perdere tutte le ore residue della giornata e anche perdere di vista la persona con la quale si era entrati. Nel labirinto creato dall'esposizione della merce, sistemata con meticolosa casualità, abbinamenti estemporanei a tutti gi effetti opere d'arte: lampada liberty sopra scrittoio Enrico VIII o tappeto di zebra ai piedi di poltroncina versailles.

Vola via solo un oretta, ma ci ritroviamo entrambi ad ammirare un servizio bavaria rifinito in oro zecchino, apparecchiato nell'interezza dei suoi 40 pezzi sopra un enorme tavolo pulito e lucidato (è una rarità in questo posto altamente sconsigliato agli allergici alla polvere) per l'occasione. Il ragazzo che compare alle nostre spalle ci racconta, circa la provenienza di quelle porcellane, una storia che ha il sapore dovstojeskiano: una vecchia signora di nobiltà sfiorita, una badante remissiva, le strane vicende del palazzo storico che abitano. La trattativa sul prezzo è breve (forse effetto della crisi) ma dopo essere rinsaviti ed aver realizzto di essere arrivati in treno, mostriamo qualche esitazione. Il giovane però è un venditore nato e proverà a confezionare il tutto, rendendolo trasportabile; ci invita a tornare più tardi, valutare il volume dei pacchi e decidere al momento, senza alcun impegno. Si torna a passeggiare in centro quasi risollevati.E' già buio quando riscendiamo nello scantinato belle epoque, più per correttezza che altro: decisi a rinunciare all'acquisto, goderci la serata in qualche locale, ringraziando infinitamente per la pazienza.Come immaginavamo i pacchi sono abnormi, del peso ai limiti anche di un carico equino. La cura della confezione è però stupefacente, carta, cartone e spago grosso, da far invidia ad un emigrante dei primi del 900.

Il finale di questa piccola storia è meglio narrato dalle immagini, sempre più eloquenti di ogni altro discorso.




mercoledì 10 dicembre 2008

Nevicata nel deserto


Chiusi in casa mentre il gelo attanaglia la città. Una radio e i racconti di viaggi lontani, ci fanno ancora fantasticare sul mondo e sono l'unico collegamento reale, oggi, con l'esterno. Appesi un po' malinconicamente alle parole di un intrattenimento, partecipiamo ad un gioco radiofonico garbato. E vinciamo un volo per due persone a Marrakesh, in Marocco. Inaspettato quanto piacevole; si inizia a progettare un nuovo viaggio, non chiedevo niente di meglio. Itinerario di città imperiali, di medine, suq, la vita nel mercato, il bazaar. Ci vedo già trasportati nei sedili posteriori di un bus che ansima fumoso, a pieno carico. Schiacciati vicino al finestrino per fare qualche foto. La strada sconnessa, i posti troppo stretti, alcuni berberi che discutono ad alta voce.

Chissà se sarà così? Si, decisamente prepareremo anche questo viaggio con quella dettagliata cura che ne farà una splendida caotica avventura.

domenica 7 dicembre 2008

Cold morning


Si torna a correre in questa fredda ma soleggiata domenica dicembrina. Sono lontani i tempi in cui ci si allenava quattro volte alla settimana. Non c'è male però, la base è solida. La cornice naturale, poi, è decisamente suggestiva.


giovedì 27 novembre 2008

Viaggio in Italia: Verona


Quasi in ogni città d'arte esiste una torre o un campanile dal quale i turisti, una volta raggiunta la vetta, possono avere la magnifica visione di tutta l'urbe sottostante. Come fosse una mappa, si possono facilmente individuare le piazze principali, i luoghi ove si trovano le importanti attrattive, le grandi chiese, i quartieri, i ponti. Scesi dalla torre siamo andati all ricerca di tutto quel che ne restava invisibile: le vie secondarie che non conducono a nessun monumento, le chiese di pregio minore, le stradine più nascoste che il bel sole, distratto altrove, lascia raggelate.

Dopo a sveglia di stamattina ho indugiato un po' ad alzare le tapparelle blindade, forse non avevo voglia di ritrovare la solita immagine della strada di fronte a casa. Il manto di neve è stata una vera sorpresa e la giornata luminosa di ieri, a Verona, sembra quasi essere stata sognata.






martedì 25 novembre 2008

Viaggio in Italia: Trieste


Il vento di bora ci accoglie nella città aperta. E' quello che si riconosce perchè spira da nord est, non quello che ai telegiornali piace annunciare con allarmistiche e improbabili immagini di repertorio.
Il nostro è un piacevole ritrovarsi dopo tre anni dall'ultimo incontro. Abbiamo trascorso la fredda serata a ricercare uno scorcio del centro dove avevamo scattato una splendida foto: una piccola fontanella con una luce soffusa gialla, calda, irreale. E poi un negozio di antichi giocattoli di legno, che sapeva di raro. Niente da fare, i ricordi più belli sono spesso decentrati rispetto alla realtà, sono intrisi di romanticismo e per questo non più rinscontrabili una seconda volta.

Ma il vento si sa da alla testa, confonde gli equilibri, sposta i baricentri e squote le anime. Gli scorci di questa volta sono di Saba e di Joice; di austriaci e di slavi; di Svevo e di Tamaro; di ebrei e di nazisti; di marinai e di irredentisti; di prìncipi e di attori; di Carso e di dogane. E infine di noi due che pure, nel nostro piccolo, serbiamo un intimo legame con questo luogo di confine, dove il malinconico mal di vivere degli abitanti è spendidamente celato dalla spensieratezza con la quale i problemi del quotidiano vengono spesso lasciati sugli usci, in attesa che una raffica del caratteristico vento li spazzi irrimediabilmente lontano da lì.

lunedì 24 novembre 2008

Viaggio in Italia: Padova

Scegliere di partire per un viaggio sospeso tra il Veneto e il Trentino, proprio il giorno in cui il freddo polare decide di attanagliare il nord Italia, è quel che si dice una perfetta dimostrazione accademica del concetto di tempismo.
Il turista congelato, tuttavia, coglie il lato intimo dei luoghi che visita. E' famelico di musei, mostre ed esposizioni, purchè si svolgano al chiuso; si intrattiene volentieri in bettole, trattorie, bivacchi, ove si abbandona a libagioni e non disdegna il buon bicchiere che facilità la socialità e l'intercultura.








La cappella degli Scrovegni è un salto nel tempo. Anche la procedura di visita ricorda ritorno al futuro. Si passa per un centro multimediale, poi si aspettano 15 minuti in una tecnologica camera di declimatizzazione, si accede infine alla cappella dove Giotto ha dato il meglio della sua arte stupefacente.
Si rimane all'interno solo una ventina di minuti e sono vietati filmati e fotografie. Pur guardati a vista dai pignolissimi custodi , non ho resistito ad infrangere le regole..


domenica 23 novembre 2008

Hollywood cops

Serpico (1973); Bronx 41° distretto di polizia (1981); Nico (1988); Il cattivo tenente (1992); Impatto imminente (1993); L.A. Confidential (1997); Le regole del gioco (2002); Inside man (2006); The departed (2006); American gangster (2007); La notte non aspetta (2008).
Stavo elencando mentalmente questi titoli durante la visione, l'altra settimana, di "Pride and Glory - Il prezzo dell'onore" (di G. O'Connor. Con Colin Farrel, Edward Norton, John Voight). Il buio della sala e le scene talmente scontate da raggiungere la noia hanno ispirato il mio gioco di memoria in attesa di poter uscire dal cinema, tornare a casa, addormentarmi e superare al più presto la piccola violenza mentale provocata dall'aver assistito ad un film decisamente brutto quanto ben confezionato.
Per ammazzare il tempo cercavo di mettere in fila solo alcune pellicole (ma si potrebbe andare avanti per giorni) che hanno come argomento o sfondo la corruzione della polizia americana in tutte le salse, varianti, aberrazioni possibili e immaginabili. Riflettevo su quanto questo tema abbia ispirato e continui ad ispirare l'industria di Hollywood, veramente incredibile.

Anche in "Changeling" (di C. Eastwood, con Angelina Jolie, John Malkovich) il motivo ritorna, ma il film è tutt'altro che banale. C'è addirittura molto più che un solo genere: a tratti thriller, poliziesco, film denuncia, commedia drammatica, fino alla ricostruzione storica (affascinante e atipica l'ambientazione in una Los Angeles degli anni 30). Il vecchio regista ormai mito ne ha messo a segno un altro davvero ben fatto, forse un piccolo capolavoro.

Ci voleva per farci addormentare, almeno questo sabato, con le giuste emozioni.







mercoledì 19 novembre 2008

Once a week

Voglio fare un elogio al viaggiatore della domenica. Quello che nel giorno dedicato al sacro riposo abbandona la calda e accogliente dimora, si allontana su un'auto riempita di spirito zingaro, con una idea di mèta piuttosto vaga.
Solo la prima tappa è a grandi linee stabilita; le successive vengono ispirate dal caso: un manifesto, il suggerimento appreso in un bar, la strada sbagliata che si decide di non correggere. Anche le soste sono richiamate dai paesaggi e dai suoni trasmessi sullo schermo del finestrino. Nessuno decide quando è il momento di ripartire. Accadrà qualcosa che determinerà il riavviarsi del moto, imprevedibile eppure puntuale, come gli scorci che fanno da scenografia all'intensa giornata. A volte, rapiti dall'atmosfera del luogo, non si parla per molto tempo. In altri momenti le conversazioni sono ispirate proprio dal posto che le ospita e a lui, quei discorsi, resteranno per sempre legati quando saranno rammentati.Il tempo scorre più veloce eppure, al termine, la giornata sembra essere stata lunghissima. E' questa la sensazione che si prova al rientro a casa, ormai a notte fonda: la dilatazione della percezione di quanto vissuto; un'alchimia che tramuta i semplici accadimenti in indimenticabili ricordi.











venerdì 14 novembre 2008

Sweet Life


Quanto è difficile riunire otto elementi non più ventenni, discretamente impegnati professionalmente e abbastanza legati a doveri famigliari, per un progetto sonoro dalle ambizioni tanto altisonanti da sembrare persino velleitarie?
Sono diversi mesi che cerchiamo la risposta, tra problemi logistici, ripensamenti, dubbi, slanci di entusiasmo e momenti di stallo inconcludente.
Non ho mai scritto nulla fino ad oggi, probabilmente facevo anch' io fatica a sentirlo realizzabile. Poi ieri sera la reazione chimica si è sviluppata. Dove la passione musicale nulla aveva potuto, ha avuto la meglio la grande caparbietà di Marco, the President.

Queste immagini raccontano di un gran bel progetto, che ha adesso intenzione di arrivare piuttosto lontano a far sentire la sua ostinata raffinatezza musicale.













giovedì 6 novembre 2008

The Rainmaker

Una giornata di lavoro impegnativa, iniziata a notte fonda e finita ancora col buio. Sono stanco ed è tardi, ma decido lo stesso di passare per il centro. I negozi sono ancora aperti anche se piuttosto deserti. Intravedo i commessi a braccia conserte, pensanti e statici come i loro commerci mi azzardo a supporre. Entro in uno dei miei soliti e sorprendo i venditori con un acquisto di getto, un bel paio di pantaloni che mi hanno colpito appena entrato. Potrei sostenere che non si tratta di shopping superfluo, ma di una consapevole scelta di consumo sociale; la mia piccola parte di cittadino per aiutare il riattivarsi della catena economica, un modesto aiuto alla ripresa dell'intero meccanismo. Sto quasi per dirlo ma sono distratto dalla radio accesa del negozio; stanno trasmettendo il discorso di Barack Obama, quello di questa notte, il primo da vincitore. Non c'è retorica, me ne stupisco quasi. Parla di coraggio, di emarginati, di borderlines, di unione e di speranza. Anche se può averlo scritto un team di esperti, preparato ad effetto per questo momento, ha la forza di un fiume che straripa e mi piace immaginarlo come uscito di getto, con quelle parole che posseggono la forza di investire per primo chi le pronuncia, e che subito le indossa, le cavalca fino a credere di poter diventare davvero protagonista del cambiamento, scelto dal fato, nominato dal destino.

Fuori intanto sta ancora piovendo, sono già diversi giorni. Abbandonarsi sotto il cielo, immedesimarsi con gli elementi naturali, lasciarsi inzuppare dai sentimenti più semplici, può forse bastare per sentirsi, almeno una volta, l'uomo che fa la pioggia.

martedì 4 novembre 2008

Love & fog


Profumo di castagne a Trisobbio, mercatino del tempo ritrovato ad Ovada, fiera di paese a Nizza. Il clima, i sapori, le voci e le maschere del monferrato sono ormai piacevolmente penetrate nel mio guscio di pellegrino.
Ma è da un'altra parte del globo che vorrei trovarmi in questi primi giorni di novembre. Il bisogno di essere sia protagonista che spettatore il più attento possibile del mondo globale, mi fa pensare alla maratona di New York e all'Election Day.
Il secondo decisamente l'evento più solenne. Parlarne, seguirne febbrilmente le fasi, cercare la full immersion nel media americani (nonostante lo stabile livello del mio sofferente inglese) mi fa sentire meno escluso da un momento storico che vede in gioco, credo, molto di più che la scelta di un leader.
Nel 2010 invece, ormai è deciso, la corsa della Grande Mela annovererà tra gli iscritti anche me e il buon Davide. E' già un po' che se ne parla e ogni volta è come se i biglietti dell'aereo e i pettorali di gara fossero già lì, sotto il passamano della scrivania in ufficio. Naturalmente vicino al passaporto.

venerdì 31 ottobre 2008

Time

Una mattina libera dal lavoro passata a rincorrere nell'ordine: una banca riottosa e altezzosa, un istituto di assicurazioni imbambolato e un ufficio pubblico completamente fuori dal mondo. Sentir parlare di estratti conto da spedire in busta a casa o di dichiarazioni aggiuntive da compilare mi fa pensare che anche l'impiegata che ho davanti, le parole che usa, la sua scrivania e persino l'edificio nel quale lavora sono fuori tempo: fossili vaganti di in un epoca che si evolve a ritmo frenetico e che conosce il linguaggio digitale al posto del burocratese. Non resisto e glielo esterno, ma in fondo mi dispiace essere poco educato. Allora cerco di mediare: le dico che in fondo non è colpa sua, che lei è solo una modesta, insignificante, microscopica e inconsapevole parte di un ingranaggio più complesso, istallato in un Paese dove tutto è pensato per rendere difficile quello che potrebbe risultare addirittura semplice. Ora va meglio.


Tutto questo mi ha fatto riflettere su un concetto spesso sfuggente: il valore del tempo.

Quanto vale il tempo di ognuno di noi? Che importanza gli attribuiamo? Le ore di lavoro hanno un tariffario certo, e la valutazione in denaro può essere un riferimento; eppure se quello che facciamo ci provoca piacere, il tempo dedicato al lavoro ha il valore aggiunto della gratificazione. Poi c'è l'altra parte, il tempo per le passioni, per gli amici, per gli affetti, per leggere, per guardare un film, per viaggiare. Non è un pensiero da poco: quando il tempo mi sfugge o sento di aver perso un "momento", mi sento angosciato. Poi che senso avrebbe investire in desideri se non si può disporre del tempo per la loro realizzazione?

Stamattina ho sprecato tempo in attività senza significato, che hanno come unico fine legittimare se stesse. Sembra un circolo surreale eppure ci capita quasi ogni giorno.

Mi sono sfogato! Ora va meglio.

mercoledì 22 ottobre 2008

Miniver

Sono in una fase di completa avversione nei confronti della televisione. Ho iniziato tempo fa con una fruizione critica, poi, essendo diventato troppo pesante (sentirmi continuamente borbottare non era l'idea di perfetto quadretto famigliare per Mari) ho deciso di iniziare ad ignorare l'apparecchio. Mi piacerebbe giungere ad un più alto traguardo: farne completamente a meno, anche fisicamente; ma la strada è ancora lunga, è un po' come per molti lo smettere di fumare quando per anni sono stati convinti che fosse sinonimo di piacere.

Alcune persone dicono di seguire in tv solo i telegiornali, per essere comunque informati su quello che gli succede intorno: io ho iniziato col non guardare più, per prima cosa, proprio quelli. La maggior parte dei servizi confezionati per la mezz'ora di pseudo informazione rappresentano delle "non notizie", così mi piaceva chiamarle. Poi un giorno, leggendo un libro di Marco Travaglio, ho scoperto che era stato coniato un termine ancora più efficace e realistico: la scomparsa dei fatti.

Ieri sera Travaglio era a Castelnuovo Scrivia per la presentazione di un nuovo libro e ho deciso di andarlo a sentire: sempre meglio che restare in casa a fare disperato zapping.

E' stato più che interessante, stimolante. Anche la Mari, oltre a ringraziarmi, lo ha definito illuminante.

Se l'informazione che ci propinano non ci soddisfa, penso sia dovere di ognuno andarsela a cercare in luoghi diversi. Richiede certo più impegno ed è sicuramente meno comodo, ma è un lavoro a volte necessario per la salvaguardia del nostro intelletto.


lunedì 20 ottobre 2008

l'importante è..



Domenica 18 ottobre, Marengo half Maraton. C'eravamo eccome: iscrizione con gruppo sportivo, microchip alla scarpa, i nostri nomi nella classifica ufficiale dei competitivi. Eppure il nostro spirito è sempre quello "decoubertiano" per dirla alla Davide. Di quelli che solo finchè si divertono continueranno a farlo.

In gare come queste si incontra un po' di tutto, da quelli che si presentano alle cinque di mattina (la partenza è alle dieci) a quelli che girano chiedono a tutti "in quanto pensi di farla?" al posto del "ciao, come va?". Noi di solito guardiamo ciascuno con l'ingenua curiosità del neofita e stiamo ben attenti a non snobbare anche i più accaniti delle medie ..minutialchilometro..







Le foto pubblicate ci giungono dall'agenzia "Ticci Press", che ringraziamo.













domenica 12 ottobre 2008

Baloon



Città che vai, mercatino che trovi.

Più che una regola una piacevole mania, per me, la caccia al mercato delle pulci del quartiere o della città nella quale mi trovo a passare. Oltre che riempirmi la casa di cianfrusaglie, ma non è quella di acquistare l'attività che più mi attrae dei mefitici mercati, ne ho tratto anche delle piccole massime, insegnamenti di filosofia breve. Ogni ritrovo di vendita all'aperto ha, pur nella molteplicità della sua confusione, un sentimento distintivo, a volte completamente alieno al carattere della città che lo ospita. Spesso ne è il suo lato oscuro, il suo alter ego, la parte timida o la quella che avrebbe desiderato diventare, la sfacciataggine oppure la santità, la coscienza o la trascuratezza, che affiora magicamente tra le strade dei suoi isolati.

Acquisterei una casa in due capitali europee solo per poter passeggiare periodicamente al Portobello londinese o al Rastro di Madrid. Registrarne gli umori, scoprirne gli arrivi, sognare di posare l'occhio sull'oggetto introvabile.

Sabato mi aggiravo in quello che viene chiamato il "Baloon" della multietnica Torino, nella zona di Borgo Dora. Fascino e inquietudine al tempo stesso. L'offerta di merce della categoria più impensabile accanto a quella più tipica e rassicurante. Il modo col quale viene esposta lascia immaginare al modo attraverso cui è stata reperita. Quella polverosa e umida sa di cantine o soffitte pazientemente svuotate per quattro soldi. Quella che si presenta più pulita sa invece di luoghi svuotati senza che il proprietario vi abbia acconsentito. Tutto appare provvisorio, pronto a saltare in aria, c'è vento di allegria e spensieratezza accanto all'impressione di saccheggio apocalittico in fase di redistribuzione. Quest'ultima sensazione, ironicamente, pare ben adattarsi ai tempi di crisi economica che, come oscure e minacciose nubi, sembrano ahimè ammassarsi sui nostri cieli autunnali.

giovedì 9 ottobre 2008

Metafisica dei corpi in movimento

Circa otto mesi fa, quando abbiamo iniziato a correre, ci siamo ripromessi di mantenere questo passatempo nei canoni del semplice e salutare divertimento. Un'attività fatta per quei momenti liberi nei quali la voglia di contatto con la natura, sia pure quella che si incontra appena fuori dal circuito cittadino, fossero coincisi con lo spontaneo piacere di muoversi. Oggi, credo, ci troviamo spesso sul limite di quei prefissati propositi di buon senso. Tuttavia, se è vero che la spinta al miglioramento, sia esso solo ambizione o pura sopravvivenza, è insita e necessaria per il genere umano, noi piccoli runners del dopo ufficio siamo ancora dalla parte della ragion pratica: decidere di saltare un allenamento in corrispondenza di una bella giornata libera del fine settimana, e poi trascorrerla con chi ci sta vicino, ci fa rientrare ancora nella categoria di quelli che considerano valore la ricerca di condivisione di pezzi di vita famigliare. Trascinare poi tutti ad assistere alle gare domenicali, visti gli orari e le attrattive presenti, vale anche doppio!

Chiunque oggi pomeriggio mi avesse cercato al cellulare, avrebbe ascoltato un messaggio registrato di questo tenore: "non posso rispondere, sto facendo le ripetute. Lasciate un messaggio e sarà mia cura richiamare". La misera, pur se elegante, presunzione di chi si crede qualcuno.

lunedì 6 ottobre 2008

21,097 & understatement






Ebbene si, avevano ragione, è proprio una bella soddisfazione!

La nostra prima half maraton è stata portata a termine, il luogo è Novi Ligure, il tempo è di 1 ora 59 minuti e 54 secondi e la data è il 5 ottobre 2008.

Riguardando dalle foto le nostre facce dopo l'arrivo, devo ammettere che hanno quell'espressione fin troppo seria di chi crede veramente di aver appena compiuto un'impresa. Certo, un po' di ironia in più avrebbe reso più elegante il grande sacrificio fisico ma si sa, l'abitudine alla modestia, tipica della nostra cultura, non sempre si concilia con lo spirito competitivo e di ambizione che va dato, sempre in piccole dosi, per rafforzare il senso delle nostre piccole evasioni dalla quotidianità.

domenica 28 settembre 2008

Let's toast




Torino è una delle città che amo di più, mi piace considerarla la più europea, la più sofisticata, interessante, la più distrattamente elegante. L'ho vissuta da residente per soli due anni eppure mi sembra che certi angoli poco noti, certe abitudini chic, alcuni luoghi molto vissuti, riconoscano un po' anche me come parte dell'insieme. Anche la sua continua trasformazione, i suoi recenti restyling, i progetti futuri, rendono merito al suo fascino eterno, quello che nei libri turistici chiamano "magico".

Ieri ci siamo venuti per caso e per caso vi abbiamo trovato "Portici di Carta" una manifestazione dove moltissimi librai della città hanno creato un lungo percorso di generi culturali diversi e molto altro ancora.
Girare tra i libri è come partecipare ad un grande buffet dove anche se non si consuma nulla, basta assagiare quà e là per uscirne soddisfatti. Tra gli stimoli di ieri annoveriamo i bei consigli dei due proprietari di una libreria specializzata in viaggi, sulla Namibia: secondo loro è il paese che dobbiamo visitare per primo se vogliamo avvicinarci all'immensa Africa. Non male. Anche la mostra fotografica sull'India, che attraverso ottanta stupendi scatti ha reinterpretato didascalicamente la storia del Principe Siddharta che diviene Buddha, ci ha fatto pensare ad un altro sogno che ci piacerebbe realizzare. Uno sguardo all'orologio, il tempo è volato, ci ha riportati al concreto e per ora il viaggio è solo quello del ritorno a casa: sazi direi.

lunedì 22 settembre 2008

Buonanotte tristezza

L'arrivo della stagione fredda ci ha fatto tornare la voglia di cinema. E' vero che la produzione estiva è sempre meno ricca, ma devo dire che non amo molto le proiezioni all'aperto organizzate talvolta nelle serate agostane. Uscire di casa per andare a vedere un film fa parte di un piacevole rito. Si inizia già con l'informarsi sui lavori in uscita, ricordare i trailers o una critica letta da qualche parte. Poi l'organizzazione della serata, scegliere l'orario, mangiare qualcosa prima oppure fermarsi in un locale dopo. Prendere la macchina oppure passeggiare a piedi assaporando il piacere di scaldarsi, poi, nel tepore della sala; dopo i titoli di coda (non ci si alza finchè non sono passati tutti), i commenti in uscita insieme alle faccie più o meno eloquenti degli altri astanti.

Una nota sul primo della nostra stagione, Un giorno Perfetto (Ferzan Opzetek), anzi un proposito: basta con i film dell'angoscia più profonda e dell'incupimento dall'inizio alla fine della pellicola. Scardinerei la regola: più un film è triste e più viene considerato. Proporrei poi di instaurare un indice di tristezza, in modo da conoscere prima quello che ci aspetta.

Personalmente ho un metodo per valutare la buona mano di chi ha girato un film: se le sue immagini tornano in mente, provocando le stesse emozioni del momento, per più di due giorni, allora vuol dire che non è stato realizzato tanto male, indipendentemente dal gusto soggettivo sul genere o sulla storia narrata. Un giorno perfetto, nonostante l'angoscia, ha superato il test.

giovedì 11 settembre 2008

the blu hole



E' bello tornare qui di tanto in tanto. I luoghi dell'infanzia hanno la capacità di riportare la mente all'essenziale, ripulirla dai fumi del quotidiano, evidenziare il superfluo. Si rischia anche di scoprire piacere in quello che si ha già.

Fossi uno scrittore verrei a vivere qui per rimettere in ordine i pensieri per un grande racconto. Scriverei la storia di un atleta in crisi personale che grazie a questo luogo magico prepara la sua ultima gara, decide di riprendersi i suoi affetti e scopre che esiste un modo per trasformare in gratificante il vivere che fino ad allora riteneva solo opprimente. Il finale? Alla prossima gita sul lago.

domenica 7 settembre 2008

Medioevo

I vecchi testi delle scuole dell'obbligo ce lo hanno etichettato come il secolo buio e tutt'ora nel comune sentire è rimasto legato a immagini di arretratezza e oscurantismo. Mai definizione fu più ingrata e per fortuna con Jacques Le Goff lo abbiamo scoperto ben diverso, fervido di idee e persino affascinante in certi aspetti dello stile di vita.
Ad altri allegri effetti di questa sacrosanta riabilitazione assistiamo ogni estate nella miriade di rievocazioni storiche in giro per l'Italia e che vanno sotto il nome di feste medievali.
Ben curata quella di Cassine, visitata ieri sera: l'ambientazione scenografica è ottima ed i figuranti, con tanto di attrezzi del mestiere, botteghe e falconi al seguito, sono da premio oscar. C'è il trucco: molti di loro fanno parte di un'associazione che fa questo di mestiere, viene dalle parti di Pistoia e passa buona parte dell'anno a ricreare il medioevo in ogni luogo in cui la nuova tradizione del paese lo richieda.
Non potevo non chiedere ad alcuni filatori di seta qual'è, secondo il loro qualificato parere, la festa più riuscita della quale hanno notizia. Ci dicono Monteriggioni, provincia di Siena, metà di Luglio. Il primo che la visita è pregato di confermare o smentire.

sabato 30 agosto 2008

Yes we can

Perchè ci appassiona la corsa? Escludiamo subito, e una volta per tutte, la storia del benessere e della forma fisica. Non eccedere a tavola e fare un po' di moto sarebbe molto meno impegnativo e più che sufficiente allo scopo. Personalmente dopo ogni allenamento sento il fisico a pezzi per un bel po' di giorni e soprattutto sono invaso da atavici appetiti .
Alcune immagini, tuttavia, mi sembra aiutino a far chiarezza sulla questione. Il trovarsi a discutere di nuove e improbabili tecniche di allenamento, o a parlare di abbigliamento sportivo sciorinando la conoscenza di nuovi e segreti materiali tecnici, l'essere sorpresi mentre si ammirano tutte le scarpette da running riposte, anzi esposte, in perfetto allineamento pur se dentro al ripostiglio di casa, i riti che precedono l'uscita di casa per andare a partecipare ad un ritrovo o ad una gara, o quelli prima della partenza, i commenti del termine, le teorie sui tempi, sul riscaldamento e sul defaticamento, sulla respirazione e sul recupero, tutto quanto, e molto altro, ci fa sentire inseriti nel grande circuito dello Sport (quello dalla "S" grande) con la stessa identica legittimazione di quelli che lo fanno per davvero.
Le immagini sotto, così come alcuni dei pensieri sopra, sono liberamente tratti dalla nostra 5 km di ieri sera, manifestazione sportiva "Francesca nel cuore", ad Alessandria. Alla prossima!

"I magnifici quattro alla partenza"


"Davide detto il tenace"





"I quattro dopo l'arrivo in posa da citazione olimpica"

giovedì 28 agosto 2008

I quaranta passi

Vicino casa nostra c'è la sede di una comunità di Mormoni che ha sempre suscitato in noi più curiosità che diffidenza. Dopo il rientro dagli USA, un pomeriggio, sotto casa, abbiamo attaccato discorso con i due ragazzini in camicia bianca e cravatta che tutti i giorni vagano col sorriso sulle labbra per le vie della città. La faccia tosta di Mari, in casi come questi, è sempre infallibile. Abbiamo scoperto tante cose, la prima è che quel sorriso che appare così sincero, lo è veramente. La comunità offre la possibilità a tutti i giovani come loro di trascorrere due anni della loro vita in un paese estero, aiutando associazioni benefiche e partecipando alla vita religiosa dei mormoni del luogo. Passano buona parte delle giornate parlando con la gente senza imporre alcuna idea, solo presentando la loro disarmante e paziente cordialità. Wilson e Ramson hanno appena 20 anni, il primo viene da Las Vegas e l'altro da un piccolo gelido paese del North Dakota. Tengono anche corsi di inglese e ieri sera abbiamo partecipato al nostro primo. Fare conversation in american english appena dietro casa è per me uno spasso, non mi sembra quasi vero. Durante la lezione chiediamo notizie sulla loro vita religiosa ma ci rispondono che ai corsi di inglese non si fa "predication". Replichiamo che la nostra è solo curiosità antropologica, tipica degli agnostici, convinti, quali siamo noi. Le loro regole sono anche le loro certezze (saranno americani per nulla?) ma la nostra affabilità, quella che ci ha resi famosi nel mondo, non è da meno. Vince la loro gentilezza, decisamente sorprendente.