mercoledì 22 ottobre 2008

Miniver

Sono in una fase di completa avversione nei confronti della televisione. Ho iniziato tempo fa con una fruizione critica, poi, essendo diventato troppo pesante (sentirmi continuamente borbottare non era l'idea di perfetto quadretto famigliare per Mari) ho deciso di iniziare ad ignorare l'apparecchio. Mi piacerebbe giungere ad un più alto traguardo: farne completamente a meno, anche fisicamente; ma la strada è ancora lunga, è un po' come per molti lo smettere di fumare quando per anni sono stati convinti che fosse sinonimo di piacere.

Alcune persone dicono di seguire in tv solo i telegiornali, per essere comunque informati su quello che gli succede intorno: io ho iniziato col non guardare più, per prima cosa, proprio quelli. La maggior parte dei servizi confezionati per la mezz'ora di pseudo informazione rappresentano delle "non notizie", così mi piaceva chiamarle. Poi un giorno, leggendo un libro di Marco Travaglio, ho scoperto che era stato coniato un termine ancora più efficace e realistico: la scomparsa dei fatti.

Ieri sera Travaglio era a Castelnuovo Scrivia per la presentazione di un nuovo libro e ho deciso di andarlo a sentire: sempre meglio che restare in casa a fare disperato zapping.

E' stato più che interessante, stimolante. Anche la Mari, oltre a ringraziarmi, lo ha definito illuminante.

Se l'informazione che ci propinano non ci soddisfa, penso sia dovere di ognuno andarsela a cercare in luoghi diversi. Richiede certo più impegno ed è sicuramente meno comodo, ma è un lavoro a volte necessario per la salvaguardia del nostro intelletto.


1 commenti:

Anonimo ha detto...

anche io da tempo provo questo senso di repulsione per la televisione "tradizionale". la nostra è bloccata su disney channel da almeno 4 anni!!!... e le informazioni le cerco in rete. travaglio è un grande ma purtroppo anche lui manipola un po' le notizie a suo uso... morale: di quelli che vanno in tv, il più sano ha il cimurro!

aloha cobra!
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