domenica 28 settembre 2008

Let's toast




Torino è una delle città che amo di più, mi piace considerarla la più europea, la più sofisticata, interessante, la più distrattamente elegante. L'ho vissuta da residente per soli due anni eppure mi sembra che certi angoli poco noti, certe abitudini chic, alcuni luoghi molto vissuti, riconoscano un po' anche me come parte dell'insieme. Anche la sua continua trasformazione, i suoi recenti restyling, i progetti futuri, rendono merito al suo fascino eterno, quello che nei libri turistici chiamano "magico".

Ieri ci siamo venuti per caso e per caso vi abbiamo trovato "Portici di Carta" una manifestazione dove moltissimi librai della città hanno creato un lungo percorso di generi culturali diversi e molto altro ancora.
Girare tra i libri è come partecipare ad un grande buffet dove anche se non si consuma nulla, basta assagiare quà e là per uscirne soddisfatti. Tra gli stimoli di ieri annoveriamo i bei consigli dei due proprietari di una libreria specializzata in viaggi, sulla Namibia: secondo loro è il paese che dobbiamo visitare per primo se vogliamo avvicinarci all'immensa Africa. Non male. Anche la mostra fotografica sull'India, che attraverso ottanta stupendi scatti ha reinterpretato didascalicamente la storia del Principe Siddharta che diviene Buddha, ci ha fatto pensare ad un altro sogno che ci piacerebbe realizzare. Uno sguardo all'orologio, il tempo è volato, ci ha riportati al concreto e per ora il viaggio è solo quello del ritorno a casa: sazi direi.

lunedì 22 settembre 2008

Buonanotte tristezza

L'arrivo della stagione fredda ci ha fatto tornare la voglia di cinema. E' vero che la produzione estiva è sempre meno ricca, ma devo dire che non amo molto le proiezioni all'aperto organizzate talvolta nelle serate agostane. Uscire di casa per andare a vedere un film fa parte di un piacevole rito. Si inizia già con l'informarsi sui lavori in uscita, ricordare i trailers o una critica letta da qualche parte. Poi l'organizzazione della serata, scegliere l'orario, mangiare qualcosa prima oppure fermarsi in un locale dopo. Prendere la macchina oppure passeggiare a piedi assaporando il piacere di scaldarsi, poi, nel tepore della sala; dopo i titoli di coda (non ci si alza finchè non sono passati tutti), i commenti in uscita insieme alle faccie più o meno eloquenti degli altri astanti.

Una nota sul primo della nostra stagione, Un giorno Perfetto (Ferzan Opzetek), anzi un proposito: basta con i film dell'angoscia più profonda e dell'incupimento dall'inizio alla fine della pellicola. Scardinerei la regola: più un film è triste e più viene considerato. Proporrei poi di instaurare un indice di tristezza, in modo da conoscere prima quello che ci aspetta.

Personalmente ho un metodo per valutare la buona mano di chi ha girato un film: se le sue immagini tornano in mente, provocando le stesse emozioni del momento, per più di due giorni, allora vuol dire che non è stato realizzato tanto male, indipendentemente dal gusto soggettivo sul genere o sulla storia narrata. Un giorno perfetto, nonostante l'angoscia, ha superato il test.

giovedì 11 settembre 2008

the blu hole



E' bello tornare qui di tanto in tanto. I luoghi dell'infanzia hanno la capacità di riportare la mente all'essenziale, ripulirla dai fumi del quotidiano, evidenziare il superfluo. Si rischia anche di scoprire piacere in quello che si ha già.

Fossi uno scrittore verrei a vivere qui per rimettere in ordine i pensieri per un grande racconto. Scriverei la storia di un atleta in crisi personale che grazie a questo luogo magico prepara la sua ultima gara, decide di riprendersi i suoi affetti e scopre che esiste un modo per trasformare in gratificante il vivere che fino ad allora riteneva solo opprimente. Il finale? Alla prossima gita sul lago.

domenica 7 settembre 2008

Medioevo

I vecchi testi delle scuole dell'obbligo ce lo hanno etichettato come il secolo buio e tutt'ora nel comune sentire è rimasto legato a immagini di arretratezza e oscurantismo. Mai definizione fu più ingrata e per fortuna con Jacques Le Goff lo abbiamo scoperto ben diverso, fervido di idee e persino affascinante in certi aspetti dello stile di vita.
Ad altri allegri effetti di questa sacrosanta riabilitazione assistiamo ogni estate nella miriade di rievocazioni storiche in giro per l'Italia e che vanno sotto il nome di feste medievali.
Ben curata quella di Cassine, visitata ieri sera: l'ambientazione scenografica è ottima ed i figuranti, con tanto di attrezzi del mestiere, botteghe e falconi al seguito, sono da premio oscar. C'è il trucco: molti di loro fanno parte di un'associazione che fa questo di mestiere, viene dalle parti di Pistoia e passa buona parte dell'anno a ricreare il medioevo in ogni luogo in cui la nuova tradizione del paese lo richieda.
Non potevo non chiedere ad alcuni filatori di seta qual'è, secondo il loro qualificato parere, la festa più riuscita della quale hanno notizia. Ci dicono Monteriggioni, provincia di Siena, metà di Luglio. Il primo che la visita è pregato di confermare o smentire.