venerdì 31 luglio 2009

Uscita di sicurezza


Anche ieri, terminato il lavoro, sono rientrato a casa passando per la via centrale della città. La calura asfissiante sconsiglierebbe questa pratica, ma d'altra parte è un'abitudine che mi piace mantenere. C'è davvero poca gente e mi sembra quasi normale fino a ché non sento qualcuno, dall'interno di un negozio, dire con voce quasi implorante: "sono tutti al Panorama!". Me ne ero dimenticato, si inaugura il nuovo centro commerciale alle porte di Alessandria, ovvero quello scatolone rialzato, contenitore artificioso di cose e persone, che proprio oggi apre al grande pubblico le sue attraenti e fameliche fauci.
Metto da parte qualsiasi snobismo e decido di farci un giro, più per beffardo spirito di critica che per la curiosità del comune consumatore, quale anch'io ahimè sono. Dal momento in cui il suo stomaco inghiotte la mia auto, faccio ingresso in un luogo già visto (mi rifiuto di usare il termine familiare) e la sensazione non è affatto entusiasmante. Forse è il clima artefatto ad aver attratto tutta questa gente o forse qualche misera offerta specchietto che costringerà più d'uno alla ressa sfrenata. Preferisco non sapere. Molti negozi sono ancora chiusi, "prossima apertura", e nelle vetrine, dietro la carta, si intravede un gran operare. Le griffe, le catene e i franchising - quelli di sempre - sono l'unico "panorama" che è dato ammirare, anche perché non esistono finestre o vetrate e, a dire il vero, nemmeno spazi o angoli verdi. La dicotomia è spiegabile con la filosofia del marketing di questo livello: il luogo dal quale arrivi qui non deve avere inferenze. Questa è la realtà che ti viene offerta, finché sei dentro questo è il tuo nuovo mondo e le nuove regole saranno, tuo malgrado, anche il tuo credo, finchè ti troverai qui.
Il mio giro è piuttosto veloce, persino nel settore del Darty (quasi non mi riconosco), una discreta catena di elettronica di consumo. Non c'è nemmeno la libreria (forse è tra le opening soon) l'unico posto dove mi sarei rifugiato per ossigenarmi dall'apnea dei guarda-entra-e-compra quello di cui puoi sempre fare a meno. Puntuale e risolutivo, infatti, arriva anche il mio claustrofobico mal di testa, proprio alla fine del giro di ricognizione.
Nello sconfinato parcheggio, la scritta "uscita" mi riconnette col la realtà esterna, ecco, il contatto è avvenuto, sto già meglio. Superati i piazzali, le rampe e le cornici della nuova periferia, mi soffermo per un attimo ad osservare il panorama che ora mi si para: la città e il suo bel campanile , tristi e dimessi, la cerchia di cemento che avanza, che si dilunga a congiungersi, da questa parte, con quello scatolone che, pur se così grande e ben imbellettato, non contiene affatto alcuna sorpresa.

lunedì 27 luglio 2009

Il trail del Bangher

Le gambe doloranti che mi sorreggono alla scrittura di queste poche righe, mi riportano all'incoscenza che ieri mattina ci ha spinto sulle montagne del biellese. Nessuno di noi si aspettava un tracciato così duro. Nel momento in cui me ne sono reso conto, era solo troppo tardi per tornare indietro. E' stato un assaggio di quello che è la montagna, vissuta nell'intensità di quasi otto ore di affanno. Qualche raid ai ristori, simili alle incursioni rapaci dove PeterBangher, il mitizzato bandito al quale la gara è intitolata, rapinava e razziava le case delle pacifiche vallate.
Nei pochi momenti in cui mi sono trovato solo credo di aver capito, pur non avendone mai razionalizzato una compiuta spiegazione, quel contraddittorio piacere che spinge all'impresa estrema e a ricercare il limite delle proprie possibilità, dove la sofferenza fisica tiene sempre in tensione quella linea psicologica che è confine tra lucidità del pensiero e l'abisso delle paure umane.
E proprio come il Bangher, che dopo essersi arreso alla ineluttabile cattura ed aver scontato la condanna imposta, tornerà a nascondersi tra le montagne e a turbare il sonno delle genti, così le mie gambe, recuperate dal giusto riposo, chiederanno di tornare a correre su altri sentieri, in perenne e ansimante fuga dalla staticità del quotidiano.




mercoledì 22 luglio 2009

Frammenti di un'estate 1


mercoledì 15 luglio 2009

Frammenti di un'estate


L'istinto di sopravvivenza e di autoconservazione porta coloro che hanno la fortuna di restare ad abitare le afose città in questi periodi, alla caccia dell'appuntamento, del ritrovo, del diletto.
L'occasione di ieri era la cosa serale di Pecetto di Valenza. Una bella 6 km quasi tutta in sterrato. Il numero di podisti presenti, di certo al di sopra delle aspettative, non fa che confermare questo diffuso - anche se silente - bisogno di "eventi".
La caccia continua..