domenica 27 aprile 2008

Lost

Sabato pomeriggio libero. Nel tentativo di fuggire dalle tentazioni consumistiche sono arrivato per puro caso al Villaggio del Libro di Frassineto Po. Notevole iniziativa di un gruppo di appassionati bibliofili ai quali la donazione del bellissimo Palazzo Mossi ha dato una ampia e rilevante sede.

Nella sala conferenze un nutrito gruppo era in ascolto della presentazione di un libro di poesie a primo acchitto del genere "improbabili". Mi è tornato alla mente un mio caro conoscente che qualche anno fa coniava la seguente teoria: "in questi ultimi anni chiunque ha avuto la possibilità di vivere da solo, magari in un bilocale arredato, ha scritto un libro".

Lasciando i relatori alle loro artefatte elucubrazioni, ho preferito di gran lunga perdermi tra i volumi esposti, libri vecchi di impensabili edizioni, manuali dei più svariati argomenti, affascinanti romanzi illustrati, misteriose raccolte di volumi di draconiano aspetto. Il tutto posto solo apparentemente alla rinfusa e in realtà più o meno a caso, ma è proprio questo il bello, la certezza che l'esposizione è, e dovrà sempre essere, rigorosamente, work in progress.

Mi è piaciuto, o meglio, sono tornato a casa più in pace col mondo e con un bel volume che arriva direttamente dalle avide grinfie di un antiquario e per questo pagato un po'.. ma dev'essere l'affare del secolo, anche se l'antiquario ha passato la stessa sera a festeggiare, mah..

E' bello perdersi ogni tanto.






mercoledì 16 aprile 2008

Un po' d'america

Sicuramente c'entra il cinema, ma è leggendo tanto tempo fa il romanzo Furore che ho iniziato a pensare all'ovest degli Stati Uniti come un itinerario drammatico e sconfinato. Ho deciso di andare a percorrere un pezzo di quelle strade (il prossimo giugno) per tanti motivi. Mi sono sempre sentito tra quei contadini raccontati da Steinbeck, sui loro carri pieni di niente, in un viaggio della grande disperazione comune. Comodo, certo, dirlo dalla mia vita borghese, ma tant'è, la rabbia per i grandi soprusi non ha mai lasciato il mio modo di valutare il mondo, così come non sono ancora riuscito a liberarmi di quel fastidioso bisogno di riscatto sociale.
Mi aiuterà il fatto di viaggiare in macchina e di non aver prefissato alcuna tappa. Ho anche deciso di non leggere guide turistiche o esperienze di viaggio, sperando così che tra le emozioni e i momenti che riporterò a casa, il più possibile scevri da cliché e luoghi comuni, si potranno trovare anche frammenti della mia storia personale.
Ieri sera non ho però resistito e dopo aver letto che una parte del film era ambientato sulla Route 66, sono andato al cinema a vedere "Un bacio romantico" di Wong Kar-wai con Norah Jones, Jude Law, David Strathairn, Natalie Portman. Un film minore, dal lento incedere, ben girato e sorretto da una buona fotografia.
P.S.
Spero che l'aver ripreso i titoli di coda non integri alcun illecito contro le norme sui diritti d'autore.
P.P.S.
Non sarò solo ad intraprendere il viaggio. C'entra il fatto che si tratta del mio viaggio di nozze.










venerdì 11 aprile 2008

Dì qualcosa di politico

Non mi piace parlare di politica.
Sto iniziando a scrivere questo post nella sala d'attesa della mia dentista dove, come al solito, arrivo sempre diversi minuti prima dell'appuntamento. E' una sorta di avvicinamento ambientale, il miglio verde, che, illuso, credo mi prepari in modo più dignitoso ad affrontare lo stato di terrore dal quale sono assalito non appena vengo fatto accomodare sul lettino dello studio.
Il paragone tra le mie cure dentistiche e le ormai imminenti elezioni politiche mi è venuto subito. Sembra siano necessarie, a volte lasciano quel cattivo gusto in bocca, di sicuro costano un sacco di soldi, ma, tutto sommato, è una fortuna che vi si possa ricorrere.
Non sono mai stato persona pervasa da ideologie. Preferisco gli ideali un po' come a volte preferisco i sogni. Non mi piacciono nemmeno gli estremismi, mi fanno sempre impressione se non paura. Forse non li capisco (credo sia più la prima ipotesi).
Quando i politici parlano e lo fanno per slogan, frasi ben costruite ma terribilmente demagogiche, mi sento trattato come uno stupido. So che le decisioni prese dai politici eletti incidono poi in maniera molto forte sulla vita di ogni cittadino. Anche per questo penso che la spersonalizzazione del votare semplicemente sbarrando un simbolo e niente di più, rappresenta un mandato eccessivamente in bianco.
Ho provato il progetto voi siete qui , lo strumento che attraverso la formulazione di 25 domande su rilevanti temi politici restituisce come risultato la vicinanza e la lontananza dagli schieramenti politici attuali. Quella sotto è, secondo loro, la mia posizione. Solo secondo loro però. Ripeto, non mi piace parlare di politica.



domenica 6 aprile 2008

il mio Vivicittà ad Alessandria

La sfida è soprattutto con se stessi. Questo il motto con il quale mi piace ricordare la partecipazione di oggi, 6 aprile 2008, all'edizione Alessandrina di Vivicittà . Il risultato di gara, i tempi, le classifiche non contano. Anche perchè credo di essere arrivato tra gli ultimi, ma comunque.. dicevo..

Ho provato a riprendere alcune fasi della corsa col mio infernale PDA che, oltre a tracciare la distanza percorsa con il suo rilevatore satellitare GPS, segnare il tempo e la velocità media di gara, mi rammenta che la tecnologia è un po' la mia malattia.

Decisivo è stato il sostegno del mio compagno d'avventura, il buon Davide: "non mollare mai!" è stato per tutta la gara il suo grido di incitazione. Assente ai blocchi di partenza, per sopravvenuti impegni, il buon Marco: è lui a completare il nascente nuovo terzetto podistico. Faremo grandi cose insieme!

martedì 1 aprile 2008

Pensieri leggeri di una notte insonne


"Allarme: miele terminato, provvedere rifornimento. Messaggio generato automaticamente dal servizio di dispensa domotica". Questo è l'sms che l'altra sera ho inviato ad un mio collega di lavoro il cui suocero fa l'apicoltore. Il giorno successivo, quando ci siamo incontrati, mi ha detto di non aver portato il miele perché aveva visto tardi il messaggio e aveva inoltre perso tempo a cercare il significato della parola "domotica", intuendo si trattasse di una delle mie solite burle. Sostenendo ormai la mia parte, ho assicurato di non avergli inviato alcun sms, ma che doveva certamente essere stato spedito dal sistema computerizzato che gestisce il mio menage domestico. Evito di riportare la cronaca degli insulti ricevuti dal mio simpatico e schietto amico. Non credo che utilizzerò ancora questo tipo di sketch che ha esaurito molto in fretta la sua già fragile carica umoristica. Tuttavia mi ha ricordato che alcune persone che conosco utilizzano spesso un modo di scherzare legato a citazioni tratte dal mondo dell’hi-tech e dell’informatica, pur se in maniera meno raffinata. Battute del tipo “stamattina ti sei dimenticato di riavviare il cervello” oppure “al tuo cervello manca un po’ di ram” sono alcuni degli esempi ai quali pensavo. Ora, premesso che questo tipo di umorismo non ha mai suscitato in me alcuna ilarità, ho deciso che questa rappresenti ormai una “tendenza” ed è pertanto necessario coniare un termine da annoverare tra nuovi fenomeni sociologici di questo inizio millennio. Avrei potuto legare questo nome al mio, come “sindrome di…” o “complesso di…”, ma sarebbe stato troppo anche per il mio sconfinato e delirante ego.
L’ho pensato tutta la notte ed ecco infine il risultato: digital–humor.
Devo smetterla di mangiare pesante.