martedì 28 dicembre 2010
5 dicembre 2010 ore 21.52
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martedì 19 ottobre 2010
Ombra di riflesso
Anche per questo oggi non ho voluto far scappare questo pomeriggio di sole, ritenendolo già raro, per tornare a fare il mio amato running.
Mentre sudo soddisfatto provo ad interrogare la mia ombra proiettata sugli argini di Alessandria. Pur nella sua bidimensionale espressione di colore assente pare suggerirmi di dire, e pensare, a meno sciocchezze.
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Dì di festa
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venerdì 15 ottobre 2010
One man Band in Alessandria
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domenica 26 settembre 2010
mercoledì 22 settembre 2010
Una mela al giorno
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mercoledì 15 settembre 2010
Baci da Alessandria.. nuovo prologo
Rientrato in ciità e volendo subito onorare i miei nuovi distanti amici, cercavo di reperire il souvenir postale e ne scoprivo gli sbiaditi risvolti: misera la gamma e pessima la qualità. Incredulo cercavo in diversi tabaccai e ovunque si ripeteva la delusione.
Il mio amico Sergio, titolare di un'accurata tabaccheria del centro, confermava che l'imbarazzo "nella" scelta è davvero cosa poco gratificante. Ai molti viaggiatori di passaggio e ai pochi turisti stranieri che si notano passeggiare sottovoce con le loro discrete mappe, non viene offerto il biglietto che merita il loro spirito di ricerca.
Poichè la richiesta non rappresenta il core business delle rivendite, pare che nessuno investa (anche poco) nel rinnovare qualche immagine e magari qualche sua idea su come si promuove la città.
Ho deciso di realizzare qualche scatto di prova e tentare di farne una cartolina turistica che sia, solo, bella. Non certo per guadagnare ma per una sfida o meglio un messaggio: a chi istituzionalmente dovrebbe crederci, o almeno far finta, ma non sa proprio da che parte cominciare.
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lunedì 7 giugno 2010
La compagnia dell'anello
"L'anello di Mantovana", 5° Memorial Giuseppe Colla, una bella 11 km sotto un sole alto e rovente. Dopo aver ansimato per la fatica, veniamo pure premiati (come gruppo sportivo, non ci si inganni...).
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sabato 8 maggio 2010
La mia Stralessandria 2010
Sono quasi le 20. Esco di casa per raggiungere la tradizionale manifestazione cittadina. Superata la soglia del privato entro nel mondo di fuori. E' un confine forte, non sempre si vuole che l'esterno superi la barriera ed entri nell'equilibrio intimo, così come spesso le questioni private non si vuole escano dal vetro sigillato delle finestre pigre ad aprirsi. La dualità è difesa, paura del confronto in tempi difficili.
Pochi giorni fa sono rientrato a casa nel bel mezzo di una dimostrazione di vendita ed ho osservato silenzioso, quasi da ospite, i riti collaudati da formazione multilevel. L'uomo non più giovanissimo esternava serietà impostata, la camicia stirata con cura da casa. la ragazza che lo aiutava a trasportare i grandi valigioni non parlava. I nostri e i suoi silenzi si compensavano ed interloquivano profondamente. Una volta andati via Mari mi ha chiesto cosa ne pensassi dell'aspirapolvere, io mi stavo chiedendo se la scelta di vendere porta a porta era un modo per arrotondare o l'effetto della perdita di un lavoro vero. Riflettevo se le condizioni, il luogo, la famiglia in cui ci si trova a nascere segnino irrevocabilmente tutto il resto, oppure se la propria volontà e caparbietà sia comunque capace di sconfinare dalla strada tracciata da un mesto destino. Mi accorgo di generare una inutile tristezza e dismetto i pensieri ad alta voce.
Sono quasi in piazza, mi sembra ci sia meno gente dell'anno scorso. Qualcuno ha rinunciato ad aprire i suoi portoni, chi lo ha fatto invece, poi si sentirà meglio, avrà scoperto che i gesti spontanei uniscono i simili e l'unione dei simili aiuta a vivere meglio.
Al momento della partenza mi guardo intorno e scopro che una folla allegra si è riversata d'improvviso verso il luogo di partenza. Lo sparo d'inizio fa scattare i volti in avanti e le silhouette dei multiformi profili paiono davvero tutte assomigliarsi.
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lunedì 26 aprile 2010
Vincent e Vito
Arles (FR), 21 aprile 2010.
Nel museo che omaggia l'artista sono esposte alcune sue lettere ed altri manoscritti. Sono certo che lo studio del tratto non può che associarlo ad una personalità fuori dal comune, ma per questo devo rimandare il lavoro al mio amico con la passione (ed il talento ritengo) per la grafologia, al quale invio queste foto come affettuosa cartolina ricordo del viaggio in Provenza.
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La pizzà
Piuttosto stanchi dalla visita dell'ennesimo borgo incantato di provenza (quello di Lournarin ci ha lasciato più di altri a bocca aperta) lasciamo le strade indicate sulle guide per inoltrarci a caso nelle campagne vestite della stagione migliore. Forse ci si distrae troppo nella contemplazione e si finisce in un villaggio che pare disabitato. L'unica forma di vita è il furgone della pizza con originale forno a legna, una vera istituzione da queste parti. Pur sapendo di non trarne beneficio, vinti dalla fame e dall'ora tarda, decidiamo di comunicare con la coppia a bordo (il marito stende e inforna mentre la moglie fascisce generosamente i farinosi dischi di pasta. "..nous sommes italiens, la pizzà est une istituzion.. mais nous avons terminé le derrat.. dans le camper.." La cottura è impeccabile ma l'abbondare di quel formaggio giallo (è qui il primo errore, non si può rinnegare la mozzarella perché non è abbastanza transalpina) crea uno strato gommoso e dolciastro che non rende onore al pomodoro sottostante (secondo errore, anche un bambino sa che non puoi aprire un cartone di tomato e rovesciarlo sulla pasta così com'è). L'accozzaglia di spezie che fascisce il risultato crea la sfumatura di gusto che mancava (e tre: il basilico! solo quello ci puoi mettere, in mancanza meglio niente). La serata termina con un finale degno del più abile diplomatico: "au revoir, merci beaucoup, tres gentil.. Pardon? Ah, la pizzà? ... perfect, anzì, trois fois perfect, maintenant je vous di le trois qualité, celon moi.. Liberte, egualité e fraternité, vive la France!".
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Borghi di Provenza
Le strette vie tinte da colori caldi disegnano dolci sinuosità tra le case apparentemente vuote. Il silenzio fa parte di quella ricerca di eleganza a cui tutto è rapportato, ogni oggetto appeso al muro, ogni accostamento di colore, ogni lampada ogni soprammobile appoggiato, in modo apparentemente casuale, all'esibito davanzale. Sbirciamo dai vetri per scoprire che l'estetica da rivista d'arredamento è riservata pure all'ambito privato. L'ultima via che esce dall'abitato ci accompagna ai piedi dello chateau, il castello di epoca medievale risistemato a festa per la domenica di visite. L'insolito rumoreggiare ci incuriosisce e ci spinge ad entrare..
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Traditions
La lavanda è la pianta simbolo di questa regione e la famiglia Lincelé le ha dedicato un bel museo, imperdibile tappa del viaggio in provenza, per difendere la tradizione dell'estrazione della sua essenza, svelare gli aspetti meno noti del suo ciclo di lavorazione, mostrare le sue proprietà naturali.
Il suo profumo ci accompagna per il resto del viaggio.
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Marché du Provence
La giornata dei mercati francesi. Ad Orange, oggi come ogni giovedì, le vie sono invase da una folla educata. Banchi arabi, profumi e stoffe della zona, paella cotta al momento. Tutti acquistano come se fino alla settimana successiva i commerci fossero banditi, ma a mezzogiorno esatto il baraccare cessa d'improvviso. La gente si dilegua in modo sfumato, i venditori scompongono il puzzle multicolore con movimenti rapidi, metodoci, certamente collaudati e divenuti scienza con gli anni. Dopo poco più di un ora i meccanizzati municipali spruzzano acqua a pressione, spazzano meticolosamente ogni angolo fino al marciapiede e rifiniscono a vapore gli interstizi del pavé. Come la quinta meccanizzata del teatro cambia la scena rimandandoci ad un diverso momento spazio temporale, Orange riemerge dietro il mercato, lavata e lucidata, pronta a mostrare la propria nudità per la seconda parte della giornata.
Il più imponente teatro romano che abbia mai visto, prima celato dietro le molteplici tende a braccia estensibili, ci sovrasta ora carismatico e spande su di noi la sua ombra umida e porosa.
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Biscuits
All'interno delle mura medievali di Aigues Mortes c'è un'altro luogo di artisti, pittori, poeti, fotografi d'essai, seduti ai tavolini dei caffè con le enormi vetrate incorniciate a ferro. Lo storico negozio di biscotti, la Cure Gourmande è un'opera d'arte deliziosa ed elegante. Si entra contemplando la cura dell'esposizione ed i colorati disegni delle scatole in latta. Gli affabili e tentatori inservienti offrono di continuo dolcezze ammalianti ed è impossibile uscire da questo imperdibile luogo senza aver lasciato alle casse il pegno di una meritata ammirazione. L'ultimo cioccolatino che la ragazza dal nasino all'insù invita a prendere, è il saluto che la casa dei balocchi fa al visitatore prima che lasci i profumi di fanciullesca memoria e rientri, carico e sommesso, nel mondo dei grandi.
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Vincent e Arles
Arles (FR), 21 aprile 2010.
La casa gialla dove il grande pittore viveva la sua stanzetta da letto, lasciata al mondo su una tela divenuta capolavoro, è stata da tempo abbattuta ed ha fatto posto ad un hotel che per caso porta il suo nome. Chissà se senza Arles, ed i suoi scorci fonte di creazione, Van Gogh avrebbe avuto la stessa notorietà? Chissà se senza la decisione dell'artista di stabiliscisi, Arles sarebbe diventata altrettanto conosciuta? Sotto un sole
pieno e rigenerante, nei pressi della grande arena romana, riflettiamo svogliati su queste inutili ipotesi storiche.
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lunedì 19 aprile 2010
C'est Camargue
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domenica 18 aprile 2010
Aix an Provence
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domenica 11 aprile 2010
Vivicittà 2010
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domenica 14 marzo 2010
Risvegli
A metà del primo giro mi sento come appena partito. Il sole sembra voler scendere pigramente questo pomeriggio. Indugia perché sa quanto è stato invocato e vuole godere del primo momento di gloria dell'anno. Sono quasi le sei, controllo ripetutamente l'apparecchio al mio polso, non voglio scendere al di sotto delle ultime medie, non posso. Sarebbe come ammettere che il periodo di inattività ha causato conseguenze che invece vorrei semplicemente ignorare. Torno a correre e torno a scrivere, anche il periodo di silenzio non ha cambiato il fervore naturale col quale tento di eguagliare ogni volta una qualche originalità. Cerco di convincermi di questo mentre un altro pensiero si sovrappone al respiro affannato dei 5 km, il giro di boa. Preferisco non ascoltare musica in cuffia, la concentrazione che arriva a far uscire la mente dal corpo ha bisogno di risalire dal rumore della realtà fino a permettermi di osservare me stesso da prospettive diverse: ora dall'alto, ora mi precedo, ora cambio visuale senza perdere di vista quello che il corpo continua a fare. Lo sorveglio ed intanto mi perdo in altri mondi. Penso al legame inscindibile che c'è tra il mio moto fisico e quello creativo, poi a qualche strampalato progetto da iniziare, fino all'incipit di un romanzo giallo, inflazionato, allora potrà essere la sceneggiatura di un noir:
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lunedì 25 gennaio 2010
Safaryway for me
La sensazione è piuttosto irreale. Percorri una lunga strada, indugi agli incroci, sbagli la direzione e tenti di orientarti, cerchi quel borgo di cui non trovi più la segnalazione, finalmente riprendi il tuo itinerario. Poi, stanco, decidi di accostare. Il tempo di togliere il piede dai pedali, allungare le braccia piegate dietro la testa. Ti giri e la tua piccola casa è dietro di te. Una sorta di infantile senso di protezione unito ad una matura necessità di libertà in viaggio.
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giovedì 14 gennaio 2010
RV experience - 2
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