venerdì 28 agosto 2009

Frammenti di viaggio


Dieci giorni sono sembrati molti di più. Aver vissuto il viaggio in maniera intensa, cercando di non sprecare nemmeno un attimo, lo fa ora apparire più esteso nel fresco ricordo. Siamo rientrati ieri dalla Sicilia e, per qualche giorno, la campagna dove trascorreremo le giornate sarà un luogo di ritiro introspettivo. La raccolta di alcuni frammenti di viaggio servirà a prolugare il piacere di alcuni momenti.


L'amico Leo, vignettista, mi ha inviato uno dei suoi ultimi disegni. Con guizzo ed arte il sensibile osservatore ha sintetizzato il mio tempo presente con matita e pastelli. Un gran bel regalo!




domenica 23 agosto 2009

Ciottoli



Ribera, Agrigento, riserva naturale della foce del fiume Platani.
Seduto sul bagnasciuga osservo il susseguirsi delle onde che si infrangono sulla sabbia brecciosa dove ogni impatto ridisegna la disposizione dei minerali. Dopo un colpo violento emerge dalla schiuma un pattern piuttosto originale. Al successivo passaggio cambiano gli accostamenti e l'istantanea prende una forma più carica di oggetti. Un momento dopo, come in un gioco di illusionismo, le brecce scompaiono completamente, i granelli bagnati si compattano e iniziano a brillare in modo intenso. Un nuovo schiaffo d'acqua e l'opera d'arte prende ancora forma, instancabile come il vento che spinge e incita senza chiedere sosta.
Il moto naturale che si sprigiona su questa lunga striscia di sabbia accostata al mare da una immensa pineta mi riconcilia con qualcosa che credo si chami profondità e che riconosco essere sensazione rara.
Da queste parti abbiamo conosciuto l'ironico Leo e la sua bella famiglia. E' lui che ci ha fatto scoprire questo posto incantevole, insieme ad uno scorcio di panorama in fondo ad una strada dissestata, chiusa al pubblico, che penso riservi a non troppe persone.
Lo scroscio potente che mi risveglia dai pensieri ha cambiato ancora gli abbinamenti sulla rena. Forse è solo il caso ad accostare i diversi elementi prima distanti e sconosciuti. Forse no. Come fossi un veggente, leggo nel nuovo lancio di sassi il nostro futuro prossimo: è tempo di spostarci. Il nostro spirito di turisti nomadi ci chiama ma, pur nella sua brama di conoscenza, non ci permette di affezionarci ai luoghi più che alle persone.
Domattina, col fresco... si riparte.

sabato 22 agosto 2009

Fichi



Caltabellotta, Agrigento, l'ora del tramonto. Siamo immersi in un grande oliveto che circonda il b&b. Trovato per caso ma, casualmente, è proprio come lo stavamo cercando; credo che ci fermeremo di più di un giorno. La calca dei turisti vicino alle spiagge più rinomate ci attrae poco, anche per questo ci siamo allontanati dalla bella Erice. Nelle riserve meno battute abbiamo trovato i mari di quelli che tornano da lontano, una volta all'anno o poco più. Poi la grande cordialità, le parole ad alta voce e le famiglie numerose, allargate in tutti i sensi. Come la colonia di diciotto esemplari che nel pomeriggio ci ha raggiunto in spiaggia, carichi di allegria e di cose da mangiare. Tutti naturalmente oversize, c0mpreso la piccola di tre anni, ma orgogliosi di esserlo. Quasi da fare invidia..



lunedì 17 agosto 2009

Ciaffico



Mari mi fa i complimenti per la scelta dell'albergo (aggiugendo che dev'essere stato un puro caso) e dice che dalla finestra della nostra stanza si vede Palermo. Arrivare nel bel mezzo del mercato Ballarò alle tre del pomeriggio con un'auto appena noleggiata alla ricerca di un indirizzo è stato il nostro approccio con la città. La fatiscenza del quartiere, le urla cariche di messaggi, l'odore del cibo per le strade, ricordano città vicine ma di un'altro continente. Gli edifici diroccati, i cortili decadenti sono il tema portante anche di altre zone, quasi tutto il centro, anche quello storico e più elegante. Sulle via principale si aprono viuzze che sembrano scenografie di film in bianco e nero. In una di queste ci attrae un teatrino di grandi marionette. Un bambino senza dire una parola ci tira dentro, in modo gentile, prendendoci per una mano. Lo spettacolo inizia subito. Le gesta narrate dall'Ariosto rivedute da una improbabile compagnia a conduzione familiare. L'odore acre di muffa dei pupi di legno e delle tende dipinte è però il patrimonio di più grande valore. Rientriamo per vie secondarie al nostro Ballarò. La gola arsa dal caldo ci spinge in una taverna piuttosto sporca. L'uomo seduto al bancone è subito gentile, come tutti del resto. Ci magnifica la sua città, ci invita a tornare a pranzo per il giorno successivo e ci ricorda che quello nel quale ci troviamo è l'unico, inimitabile e vero mercato di Palermo.