lunedì 22 settembre 2008

Buonanotte tristezza

L'arrivo della stagione fredda ci ha fatto tornare la voglia di cinema. E' vero che la produzione estiva è sempre meno ricca, ma devo dire che non amo molto le proiezioni all'aperto organizzate talvolta nelle serate agostane. Uscire di casa per andare a vedere un film fa parte di un piacevole rito. Si inizia già con l'informarsi sui lavori in uscita, ricordare i trailers o una critica letta da qualche parte. Poi l'organizzazione della serata, scegliere l'orario, mangiare qualcosa prima oppure fermarsi in un locale dopo. Prendere la macchina oppure passeggiare a piedi assaporando il piacere di scaldarsi, poi, nel tepore della sala; dopo i titoli di coda (non ci si alza finchè non sono passati tutti), i commenti in uscita insieme alle faccie più o meno eloquenti degli altri astanti.

Una nota sul primo della nostra stagione, Un giorno Perfetto (Ferzan Opzetek), anzi un proposito: basta con i film dell'angoscia più profonda e dell'incupimento dall'inizio alla fine della pellicola. Scardinerei la regola: più un film è triste e più viene considerato. Proporrei poi di instaurare un indice di tristezza, in modo da conoscere prima quello che ci aspetta.

Personalmente ho un metodo per valutare la buona mano di chi ha girato un film: se le sue immagini tornano in mente, provocando le stesse emozioni del momento, per più di due giorni, allora vuol dire che non è stato realizzato tanto male, indipendentemente dal gusto soggettivo sul genere o sulla storia narrata. Un giorno perfetto, nonostante l'angoscia, ha superato il test.

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