mercoledì 18 marzo 2009

Una corsa ci salverà

Solo chi non è a conoscenza del macigno che da tre settimane ci è crollato addosso sul lavoro mi chiede ancora il perchè non abbia più aggiornato questo spazio. Oggi ho deciso di ritornare alla vita. Per poco, ma di ritornare alla vita. Sono arrivato a casa presto, quasi furtivamente. Mi sono cambiato, sono passato a prendere il buon Davide e soprattutto ho spento il cellulare per quasi due ore.
Qualche giorno fa Mari mi ha detto che non le è sembrato molto normale che alle tre di notte, mentre naturalmente si dormiva profondamente, io abbia risposto ad una telefonata non facendo nemmeno terminare il primo squillo. (Esiste, ci avrete fatto caso, un impercettibile ma lungo moto preparatorio che precede il primo squillo, una sorta di fenomenologia dove le radiazioni e le cariche elettromagnetiche precedono l'arrivo della chiamata. Ebbene, questa fase, che nei progetti degli ingegneri della comunicazione mobile sarebbe dovuta restare sommersa, come invisibile per l'utente finale, diventa in realtà, a causa della convivenza forzata con l'apparecchio, empatica alla nostra sensibilità, in irreversibile contatto, quasi inspiegabile, con i nostri terminali nervosi). Dicevo appunto, che dopo aver risposto con voce quantomai pronta, fornivo tre o quattro dati con piglio di certezza, salutavo e senza alcuna esternazione ricadevo sul cuscino. Naturalmente ho subito confermato l'episodio, liquidandolo alla maniera di chi si sente di rispondere per senso del dovere ma anche scocciato del fatto che sia accaduto. Tutto questo in maniera che non vi fossero in lei dubbi sul fatto che io ricordassi perfettamente l'episodio, che in quel momento fossi proprio io, intendo io lucidamente conscio, ad aver risposto e detto delle cose probabilmente sensate, a quell'interlocutore che richiedeva la mia attenzione a quell'ora insolita.
Ecco, oggi ho pensato che una corsa mi avrebbe fatto bene.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

mi sento un po' in colpa... pur a conoscenza del macigno, oggi ho sollevato lamentele alla signora per il blog fermo a fés... ma del resto, lo spettacolo deve continuare... e le funzioni vitali* per il corpo umano non possono essere messe da parte o trascurate con la vile scusa del lavoro.




*per funzionare correttamente, il corpo di un maschio umano, espelle, espectora, eiacula e scrive su internet.

ticci ha detto...

E meno male che ci sono persone come te che si dedicano al lavoro con una certa passione e lo interpretano un po’ come una missione, anche se è comprensibile che una moglie storca un po’ il naso, più che altro per l’anomala sveglia.
Mi auguro anche che il sistema non vi faccia perdere l’entusiasmo e la dedizione.

nemo ha detto...

" se vuoi essere sicuro di far sempre il tuo dovere, fà quello che ti riesce sgradevole" Jules Renard, diario.

Grazie per aver ripreso in mano il tuo blog, questo non è un dovere ma sono sicuro un piacere! Per tutto il resto carissimo amico mio, seguiamo i consigli che Joseph Rudyard Kipling indicò a suo figlio nella poesia "IF", e nulla potrà intristirci!
by Nemo

Anonimo ha detto...

ehm... non so se una corsa basterà a salvarti. se è troppa fatica fare 3 metri di retromarcia per agevolare un amico, senza attaccarsi istericamente al clacson mentre si parla altrettanto istericamente al cellulare... beh.. in questi casi una corsa è senz'altro inefficace.

sono ufficialmente offeso. attendo delle scuse... anche inventate.

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