mercoledì 2 novembre 2011

As Novembre goes by

Ogni anno il due novembre recito a memoria una poesia che inizia con "ogni anno il due novembre".
Tutto ha avuto inizio una sera di una quindicina di anni fa. Una grande camerata di caserma, dieci posti branda. All'angolo opposto al mio dormiva Antonio, napoletano dalla testa ai piedi. Quella sera appunto, non so perchè ad Antonio è venuto in mente di citare la poesia "La Livella" di Antonio De Curtis, in arte Totò. La narrazione dura diversi minuti. Si tratta di un testo piuttosto lungo che non va semplicemente ripetuto, ma recitato in modo intenso, interpretato con enfasi. E' scritta rigorosamente in dialetto e lui la conosceva a memoria, l'aveva appresa alle scuole elementari, pare fosse piuttosto in uso dalle sue parti. Dopo quella sera, tutte le successive, dopo che la luce delle camerate veniva spenta e poco prima che suonasse la tromba registrata del Silenzio, io, immancabilmente, dicevo "dai Antonio, fammela un'altra volta". L'intonazione della mia richiesta introduceva il momento più malinconico della giornata e la mia voce assomigliava a quella di Humprey Bogart quando in Casablanca dice "suonala ancora Sam". Il buon Antonio esitava, a volte si faceva pregare cercando di sottrarsi alla richiesta. Ma era tutta una finta, era "moina", perché rifarla piaceva molto anche a lui. C'era un'attimo di pausa, lui si schiariva la gola, faceva ancora una pausa. Tutti i presenti, nell'oscurità assoluta dell'enorme stanzone, rimanevano immobili, religiosamente zitti. L'interpretazione aveva inizio. Le pause della giusta lunghezza, i guizzi obbligatori della voce oppure le brusche interruzioni in alcuni punti esatti della poesia, tutto contribuiva a rendere magico quel decantare senza bisogno di alcun gesto visivo. Terminato il rito nessuno più aggiungeva un commento o una sola parola. Ognuno restava a fare i conti con con le sue incertezze. Con i suoi pensieri dei vent'anni, grezzi e spinosi come le pesanti coperte grige di lana che coprivano i letti ed irritavano l'epidermide.
A distanza di tempo, ad ogni persona che viene da Napoli chiedo se conosce la Livella di Totò. E' il mio metro per misurare la sua partenopeità e il suo amore per il luogo d'origine. A distanza di tempo, interpreto a mio modo la poesia, sdrammatizzo l'argomento della morte che vi è narrato, rivivo la ruvidezza delle mie speranze di ventenne.

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