sabato 10 ottobre 2009

Modernità invisibile

Torino è il perfetto luogo dove ambientare la rappresentazione della città del futuro. Penso che le idee vincenti siano quelle scelte che recuperano valori passati supportati da tecnologia della più avanzata, purché questa resti rigorosamente latente. Viaggio per le vie del centro su un mezzo leggero, completamente meccanico, che basta a se stesso. Però è progettato e costruito grazie all'utilizzo delle ultime tecnologie. Usiamo un triciclo che non ha bisogno di combustibili, nessun tipo di trasformazione elettrica, nemmeno una pila. Il suo ciclo vitale è perfetto perché essenziale; la tecnologia rigorosamente nascosta, quindi latente.
La filosofia è applicabile a più realtà, perché ovunque c'è necessità di recuperare il senso di cose concrete, semplici fino all'eccesso, almeno al primo impatto. Non voglio, per esempio, perdere il contatto con un libro fatto di fogli da maltrattare, oppure con un museo dove camminare ossequiosi tra oggetti fatti di materia e odore. Eppure se leggo il nome di un luogo o osservo un quadro ed ho voglia di conoscere le storie alle quali mi rimandano, non ho che da sbirciare discretamente il dispositivo che porto in tasca oppure ascoltare la voce sintetizzata che mi arriva sussurrata dal diffusore da museo nascosto sotto la panca al centro della sala espositiva.
Accanto al mondo reale, ancora l'unico in grado di realizzare la mia felicità, quello più virtuale è al mio servizio per rendere il primo più semplice e più accessibile: a completa ed assoluta disposizione ma sono nel caso in cui ne senta davvero il bisogno.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

sono perfettamente d'accordo sul connubio tradizione-modernità.
sei fichissimo sul triciclo!!
st.