mercoledì 19 ottobre 2011

Break Different

Lo Starbucks Coffee non sbarcherà mai ad Alessandria, ma adesso non ne abbiamo più bisogno. Certo, con la nota catena di bar potevamo sentirci parte di una grande comunità, seduti a sorseggiare il caffè lungo nel bicchierone di carta plastificata, col nostro computer portatile in navigazione internet, quell'aria da eterno viaggiatore, eterno studente, eterno utopico sognatore. Immersi nei nostri mille pensieri, nel capoluogo del basso piemonte così come a San Francisco oppure ad Hong Kong.
E invece tre ragazzi di queste parti hanno inventato l'IBar. Lo hanno disegnato con linee moderne, arredi essenziali, una grande vetrata che si affaccia su una strada di transito, di fronte ai giardini pubblici della stazione ferroviaria. Il concetto di viaggio c'è sempre. E anche vicino a molti uffici importanti della città, un posto dove è piacevole trascorrere la sosta veloce o la pausa pranzo.
Si sono ispirati, sin dal nome, alla filosofia Apple: pochi colori, il bianco domina; alcune frasi di Steve Jobs trasferite sulle pareti; una serie di Ipad sui tavoli e sui banconi ad uso gratuito dei clienti; la rete wi-fi. Eppure l'Ibar (sottotitolo Innovation bar and relationship) ha una linea nuova, merita di fare successo o di diventare, come i tre soci si augurano, l'inizio di una nuova catena commerciale. E poi in fatto di idee originali sembra che pure il grande Picasso un giorno abbia detto che i bravi artisti copiano, mentre i grandi artisti rubano.
Mi assicurano che di sera, con il deejay che diffonde le sonorità adatte,  l'atmosfera cambia completamente e le innovative luci d'ambiente stravolgano l'effetto diurno. Mi riprometto di provare l'esperienza. Nell'attesa mi gusto il caffè in tazzina: rigorosamente nostrano ed eccezionalmente buono.
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