lunedì 1 giugno 2009

The remains of the day


Ci sono giornate che durano di più di altre. In alcune lo stanco insieme di fisico e pensieri si trascina per ore ad attendere il consumarsi del tempo. In altre gli accadimenti si succedono intensamente e quando si esauriscono quasi completamente, il nuovo evento si rigenera dalle ceneri di quello appena passato.
Domenica mattina tutto è iniziato verso le 03.00. La cena di sabato a base di fritto misto di paranza, innaffiato da grandi bevute a convivio, non ha tardato a far sentire i suoi effetti postumi. Vagando tra la sala e la cucina con un paio di alca seltz ho, nell'ordine, revisionato e approvato la rassegna stampa di rainews24, completato un cruciverba già iniziato da Mari (la precisazione a soggetto serve ad indicare che la difficoltà va oltre alla mera risoluzione enigmistica), abbozzato una risistemazione della libreria per genere letterario (provo a farlo senza risultati ogni settimana ormai da quattro anni). Quando l'orologio ha segnato le otto mi ero già meritato di trascorrere l'attesa del trasferimento al giorno successivo nella maniera più pigra e indolore possibile. Invece c'è già il buon Davide sotto casa (come al solito troppo puntuale) e in un batter d'occhio siamo a Pietra Marazzi dove scopriamo che il trail al quale stiamo per partecipare non è di 16 bensì di 18 km. Il buon senso di rinunciare ci manca e in (solo) due ore portiamo a termine anche questa prestazione. Uscendo dallo sportello della doccia di casa apro direttamento quello dell'auto e, senza nemmeno ricordare perchè, sono già sulla spiaggia di Diano Marina, steso su un lettino per il quale ho anche faticato a chiedere una riduzione sul prezzo (sono quasi le 16 e del sole c'è solo un ricordo sbiadito). Per scongiurare un rientro poco intelligente decidiamo di cenare in loco ma l'atmosfera da old riviera ci fa attardare un po' troppo sul tavolo del bel ristorantino vista mare. A metà strada Mari carpisce (e capisce) il mio sguardo muto ma supplicante e fa la proposta che aspettavo. L'orgoglio di maschio-guidatore non prova a resistere nemmeno un po': mi accomodo senza scarpe sul lato passeggero dove le luci dell'autostrada si deformano attraverso le fessure degli occhi che piano piano di socchiudono. Le immagini della giornata passano a sprazzi come i provini di un montaggio sbagliato; la stanchezza pervade il corpo, la realtà si mischia al sogno e, con un accenno di malinconia, tenta di vivere ancora, quasi commovente e smaniosa, quel che resta del giorno.

1 commenti:

ifix tcien tcien ha detto...

la frase del mese:"fanculo te e il tuo glog di merda"...

premio speciale della giuria.

ifix tcien tcien