venerdì 29 febbraio 2008

For dummies

Sono discretamente appassionato alla tecnologia, soprattutto quella interattiva, legata al mondo delle comunicazioni e delle reti. La considero una protesi molto sviluppata dei sensi umani, pur conscio dei rischi che si corrono ad instaurare con essa un rapporto di eccessiva dipendenza. La sensazione di grande libertà, nell'accezione filosoficamente vicina all'idea di obiquità, può trasformarsi in angoscia con la stessa rapidità che impiega una caduta di tensione a compiere il suo arco vitale.
D'altra parte rimanerne completamente fuori può generare una nuova forma di emarginazione sociale, quella che viene chiamata divario digitale.
Spesso, per lavoro, mi capita di dare assistenza ad utenti in difficoltà con ostacoli di tipo informatico. Risolvendo quei problemi impiego delle procedure e dei percorsi logici che nella maggior parte dei casi di logico non hanno nulla. Questo perché molta tecnologia ignora completamente un concetto basilare: la facilità di utilizzo.
Mi è capitato di leggere un libro che offre alcuni spunti di riflessione. Il titolo è "Le Leggi della Semplicità" di John Maeda e si teorizza sui criteri ai quali dovrebbero ispirarsi i creatori di nuove tecnologie.
La realtà è che nessuno conosce le strade che il progresso imboccherà e tra le troppe variabili in gioco c'è anche il caos.
A me piace semplicemente restare sintonizzato.

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