lunedì 3 marzo 2008

Under my Skin


Un brano musicale eseguito dal vivo esercita su di me una particolare attrazione di tipo ipnotico dove mi aspetto ogni volta di essere sorpreso dalla tecnica, dall'invenzione, dalla fantasia e dall''improvvisazione. E poi c'è il fascino romantico di chi si mette in gioco ad ogni esibizione, se ne frega del rischio di sbagliare e sbatte incurante la propria faccia davanti alla spietata criticità dello spettatore! Ogni esecuzione dal vivo lascia un segno, piccolo o grande ma sempre indelebile, nella storia musicale di ogni performer, sia essa una catastrofe irreparabile oppure una perla rara. Sarà per questo che le grandi case discografiche impongono quasi sempre agli artisti di eseguire i loro pezzi "rigorosamente" in playback nella fase di promozione di un nuovo disco.
Facendo un po' di zapping tv sulle serate di Sanremo mi sono imbattuto nell'ospite internazionale Lenny Kravitz. Avevo già ascoltato il suo ultimo album il cui titolo è "It is Time for a Love Revolution", 16 pezzi (notevoli) tutti scritti e arrangiati da lui, e ci tiene a farcelo sapere, vedasi il videoclip del brano "I'll be waiting", proprio quello presentato al festival. Bene, penso, magari adesso ci stupisce e la fa dal vivo. D'altronde è un animale da palcoscenico e si è già seduto al pianoforte. Macchè, il brano è proprio quello del mio CD ma con l'audio in qualità tv, decisamente peggio. Delusione.
Penso che la maggior parte del pubblico non ci faccia caso, è lo stesso, basta la presenza. E penso anche che il piacere musicale sia cultura e come tale vada acquisita un po' alla volta e con intelligenza.


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