venerdì 16 gennaio 2009

Che sarà



Palasport di Casale Monferrato, ore 20.30. Accediamo alla struttura col nostro biglietto di fascia intermedia, primo anello, pagato 25 euro in prevendita, più o meno il prezzo di una cena in pizzeria. Dopo circa mezz’ora il grosso dell’afflusso è terminato. Non è gremito, rimangono diversi posti liberi anche nella platea, potremmo spostarci ma non lo facciamo, qui si vede benissimo e poi c’è il maxi schermo che già proietta l’immagine logo e il nome del tour: Delirio.
L’ultimo spettacolo itinerante di Beppe Grillo al quale ho assistito risale al 1994. Sul palco c’era un grande tavolo sopra il quale erano sistemati moltissimi prodotti di uso quotidiano: detersivi, dentifrici, alimentari, tutti generati e pubblicizzati da multinazionali senza scrupoli. Il mattatore rivelava le verità dalle quali eravamo scientemente tenuti all’oscuro in barba a tutti i nostri diritti. L'effetto finale era notevole ma una volta tornati a casa e smaltito lo sdegno del momento, si continuava a giustificare la comoda pigrizia di una realtà eccessivamente consumistica.
Dopo 15 anni il livello è decisamente salito. Il piano adesso riguarda un modello di società diverso alla quale aspirare e Grillo si fa interprete rivoluzionario di una nuova visione del modo di vivere. Nonostante quello che dica sia di gran lunga avanti rispetto ai tempi, egli rientra molto onorevolmente in una filosofia che non è più così di nicchia, e della quale sono interpreti scrittori alla Jeremy Rifkin e anche uomini di potere, come Obama, nato anche grazie alla potenza della rete, neo giunto e già alle prese con decisive scelte politiche ad impronta etica.
In un futuribile tempo a venire, quando il petrolio non detterà più le regole della meccanica e della fisica e quando la civiltà potrà veramente dirsi società dell'informazione per tutti, forse Grillo sarà ricordato, e inevitabilmente anche archiviato, come il profeta italiano di quel nuovo capitolo della storia. Forse. Chi può dirlo.
Ore 23.45, lo show è terminato, definirlo spettacolo comico è riduttivo ma non mi viene in mente altra definizione: la leggerezza è arte sopraffina e spesso la caratteristica più efficacie dell'esercizio comunicativo. Con pochi commenti ci accodiamo alla folla che defluisce. Sulla maggior parte delle facce mi sembra di notare una espressione più intelligente di quella mostrata all'ingresso, o magari è solo un caso. Chissà se i più avrebbero preferito la serata in pizzeria. Di sicuro quella non avrebbe lasciato il buco nello stomaco che sento adesso. Sarà fame oppure quel sintomo d'inquietudine di chi prende consapevolezza della propria condizione di ignoranza?

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