martedì 21 aprile 2009

I should have known better

Snobbare la tv è un esercizio che pratico abbastanza spesso. Il salotto di casa de-catodicizzato e adibito a sala lettura è più che altro un'effimera esaltazione dell'immagine di aspirante famiglia acculturata. Non cambierò mai il mio televisore dell'arcaica profondità di 50 cm: deve rimanere l'oggetto simbolo della tensione psicologica dell'essere umano contro il sistema dell'omologazione in agguato. E poi c'è sempre qualcosa di più importante da fare di sera (mai mi alzerò da quel divano) ed è ancora piacevole parlare, raccontarsi la giornata, dialogare sul futuro prossimo (mi disturba anche solo che mi si chieda "come è andata oggi" e vorrei poter delegare pure il cenno del capo per rispondere a banali comunicazioni di servizio tipo "vuoi un bicchiere d'acqua?"). Il quadretto è perfetto e come si intuisce non c'è spazio di manovra per quelli che, tra una televendita e l'altra, pretendono di intrattenere chi non ha assolutamente bisogno di una somministrazione di sciocchezze.
Eppure qualche volta, chiuse bene le imposte sempre facendo attenzione che nessuno se ne accorga, dopo esserci scambiati pochi, ma ancora piuttosto efficaci, complici e maliziosi sguardi, in punta di piedi azioniamo il tasto che avvia lo scatolone di plastica e vetro bombato. Le valvole ci mettono molto a riscaldarsi, l'immagine prende luminosità un po' alla volta, così come il suono.
Ogni settimana penso: dovremmo smetterla di seguire X-Factor in clandestinità. Vorrei trovare il coraggio per fare outing; d'altra parte siamo o no appassionati di musica? Abbiamo persino velleità artistiche e ambiziosi progetti musicali in corso d'opera, nessuno può smentirlo.
Ma non ci riesco; perchè qualcuno ogni tanto lo chiama "reality"? Dopo l'ultima puntata di domenica, comunque, non è più necessario mostrare finta indifferenza. Posso persino smetterla (mai accadrà) di provare quella incontrollabile invidia verso chi ha ricevuto in dono una voce superiore. Chi suona con me forse sa cosa intendo dire..


4 commenti:

ticci ha detto...

"...sei anni fa mi comprai una chitarra per poco era già usata e la marca mi pare Kit e fu così che con Gigi con Aldo e con Kiko misi su un complessino di quelli beat le prove in una cantina per seimila al mese un bugigattolo che stava sotto ad un bar il nostro impianto era certo di poche pretese solo dieci watt e dalle tre fino alle sei con "paint it black" e "yesterday" con un supplì e un'HB fumata in tre e un vecchio rock suonato in re…"
C. Baglioni
Il tuo filmato mi ha ricordato questa canzone.
Ciao!

ironmark ha detto...

Mio caro Ste', i tuoi commenti impreziosiscono ogni volta il valore della nostra amicizia. Condivido in toto e quando posso fuggo anch'io le banalità quotidiane, e malvolentieri parlo di ciò che è o peggio ancora è stato, ma volgo sempre il mio sguardo all'orizzonte, alla ricerca. Quanto è bello potersi anche solo scambiare un pensiero intelligente, di fronte a fiumi di parole e gesti intrisi di qualunquismo e grettezza. Ieri in stazione ho acquistato l'ennesimo trattato-biografia dei PF, con traduzione minuziosa dei testi, e sto riscoprendo pian piano il compianto Syd....un uomo appunto fuori dagli schemi e dai luoghi comuni....the lunatic is in my head...

juvennio ha detto...

... ma ti è poi arrivata la cartella esattoriale per il pagamento del canone Rai?

Andrea Cirillo ha detto...

va bene ferro, va bene tu che canti...ma giuly di sfondo impietrito???? comunque io che sono dotato ( e tutti lo sanno) di una voce celestiale invidio solo chi riesce a guardare la tv e fottersene di tutto, pensando che quella sia la vera vita...the reality show!
A riuscirci!!!