lunedì 18 maggio 2009

Silenzio in sala

Domenica sera, film di cartellone uscito appena pochi giorni fa, cinema del centro cittadino. Sei spettatori, noi inclusi, in platea, una coppia di più giovani in galleria. Cerco i posti a sedere e mi chiedo come faccia a resistere e a tenere aperto. La sala ha l'odore del legno misto alla stoffa vecchia del muro. E' un pezzo di museo della storia del cinema e provo ad immaginarlo pieno di gente sovrastata da un intensa nube da sigaretta, chiacchiericcio e risate, coppie clandestine, altre al primo appuntamento. Il rumore del proiettore e il suo fascio di luce tra la polvere chiedono discretamente al pubblico la loro attenzione.
Curiamo la scelta del nostro posto a sedere con calma e metodo: l'angolazione, la giusta visuale, la corretta proporzione dell'immagine. A metà dei trailer le luci generali perdono completamente la loro già debole intensità. Il buio rievoca magicamente il rumore degli spettatori delle file dietro di noi. Chiedo silenzio con uno ssschh deciso. Ne sento anche altri farmi il verso. Il film ha inizio. Mentre il chiasso sfuma sulle prime immagini, mi accorgo che questa calca, per me, non è così fastidiosa.


"Angeli e Demoni" di Ron Haward è avvincente e ci cattura dall'inizio alla fine. Le situazioni inventate da Dan Brown prendono forma in maniera imponente. L'ambientazione vaticana rievoca grandi misteri, intrighi, misticismo. Ho accuratamente evitato di leggere il libro non solo perchè preconcettualmente rifuggo dai best sellers. La trasposizione cinematografica di qualità rende merito alla storia, semplifica l'eccessiva complessità della trama, riduce il tempo di fruizione e libera lo scaffale dal tomo dalla riconoscibile copertina a patina lucida, in attesa del prossimo romanzone all'insegna del simbolismo storico religioso.

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