sabato 12 luglio 2008

I left my heart in S.F.

Una traversata della città sulla cable car ricorda un giro sulle montagne russe. San Francisco è costruita su una grande scalinata alla quale l'asfalto ha arrotondato gli spigoli e questo mezzo di trasporto d'altri tempi, trainato da un cavo che corre sotto la strada, è uno dei simboli di questa metropoli. Caotica, multietnica e magnificamente viva, dove tutto il giorno l'aria che si respira è quella del fermento. Il suo fascino, a metà tra la vecchia europa e l'avventurosa terra di frontiera, ci ha rapito per due giorni. La sua baia placida e animata evoca pacifiche incursioni di popoli d'oltremare, come quello che vive nella centrale chinatown.
Una vecchia song americana, il cui jingle ricorre in tutti i carillon in vendita per i tantissimi turisti, recita anche i nostri pensieri di stasera: "Ho lasciato il mio cuore a S.F., se la nebbia del mattino raggela l'aria non mi preoccupo, il mio amore aspetta li a S.F., vicino a quel mare blu accarezzato dal vento"

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